Foto Ansa

Contro mastro ciliegia

Spiace per i ragazzi caricati dalla polizia. Anche perché la colpa non è loro

Maurizio Crippa

Gli studenti hanno manifestato per il ragazzo morto durante lo stage e ci sono stati disordini. La responsabilità è di quei pessimi maestri che gli hanno insegnato che è tutta colpa del "libberismo" e che "l'alternanza uccide". Non è vero, il problema è la sicurezza sul lavoro, non la scuola

A Torino “duecento ragazzi hanno organizzato un presidio di protesta contro l’alternanza scuola lavoro dopo la morte di Lorenzo, il 18enne deceduto venerdì scorso a Udine durante l’ultimo giorno di stage. Gli studenti, intenzionati a fare un corteo nonostante le restrizioni previste dalla zona arancione, hanno cercato di forzare i cordoni delle forze dell’ordine schierate a bloccare l’intera piazza. Ci sono stati alcuni lanci di pietre, uova e bottiglie di vetro a cui la polizia ha risposto con alcune cariche”. Così la Stampa, giornale torinese.

Avevano tentato anche di forzare il blocco con un furgone, scrive l’Ansa. Anche a Milano, al grido “l’alternanza uccide” hanno provato a forzare un cordone di polizia per raggiungere la sede di Assolombarda (quindi il nemico sono le aziende?), zona che era stata interdetta. “Gli studenti sono stati respinti dalle forze dell’ordine, che hanno fatto due cariche per allontanare e bloccare i manifestanti”. Spiace per i ragazzi, del resto la polizia che poteva fare, se non respingerli? Soprattutto spiace perché la colpa non è loro, ma è di quei pessimi maestri, compresi i loro genitori, che gli hanno insegnato che “l’alternanza uccide” e che è colpa del libberismo. Non è vero, il problema è semmai la sicurezza del lavoro, non della scuola.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"