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Il Pd e l'omeopatia di Mengele

Maurizio Crippa

Casalino li chiama "cancri", per le Sardine sono un partito "tossico". Blanda indignazione, ma perché poi? In fondo sono proprio loro che remano disperati per unirsi al partito che li vuole estirpare e plaudono a chi li insulta. Che sia un partito malato, è chiaro, ma perché farsi curare dal dottor Mengele?

Ho usato una espressione sbagliata”, ha detto. No, non ha usato un’espressione sbagliata, ha detto quel che pensa. Di Rocco Casalino, il Portavoce, nessuno sperava davvero di non doversi occupare più. Infatti è tornato, anzi non è mai andato. E in tv del Pd ha detto: “Ci sono alcuni cancri, non so come dire, alcuni elementi devastanti… Si deve estirpare questi cancri”. Si commenta da sé, ha evidentemente un’idea della medicina tutta sua. Grande indignazione (oddio, diciamo media e lasca) di quei lacerti del Pd che non stanno remando come un sol uomo per approdare al partito di Conte e del suo Portavoce per farsi curare (pardon, estirpare).

 

Ma a ben guardare, di cosa dovrebbero indignarsi? Non è il partito il cui dimissionario segretario se n’è iuto scrivendo sul social degli addetti ai livori “mi vergogno”? L’ex segretario thailandese che fortissimamente vuole andare a nozze con Casalino che pensa che il suo partito abbia il cancro? Il Pd che gridando urrà ha dato il benvenuto alla sardina con sacco a pelo, e lo sta ad ascoltare facendo di sì con la capoccia quando dice che il Pd “è un marchio tossico, al quale nessuno si iscriverebbe”? Che il Pd non sia proprio in salute, non si può negare. Ma che per curarsi si affidi all’omeopatia del dottor Mengele, forse è un po’ troppo. 

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"