contro mastro ciliegia

Tabacco no ma cannabis sì. Wow!

Maurizio Crippa

San Francisco vieterà di fumare sigarette anche dentro il proprio appartamento. Ma ci si potrà fare le canne. Motivo? La cannabis è vietata in altri luoghi, quindi vietarla in casa sarebbe violazione di un diritto. Per i vecchi tabagisti, evidentemente, il diritto non c'è. Ben venuti nel Mondo Nuovo

Succedono cose bellissime, nel Mondo Nuovo che tutti ci ospita e a cui tutti dobbiamo pagare l’affitto. Senza però il diritto di stare a sottilizzare se il padrone di casa rispetta la logica, diremmo banalmente aristotelica e giuridica, o se la ribalta come una frittata di dpcm qualsiasi. Ci informa ad esempio il Los Angeles Times che San Francisco si avvia a diventare la prima grande città degli Stati Uniti in cui sarà vietato fumare sigarette di tabacco anche nel proprio appartamento, se faccia parte di un condominio (negli spazi comuni lo è già quasi ovunque, oltre che in molti luoghi pubblici). Ma, scrive il quotidiano, “con una notevole eccezione alla legge: la cannabis”. Sembra una battuta ma è vero ed è una questione sottile. Vietare il fumo passivo è un obbligo di tutela della salute, bene. Il fumo di una canna non è diverso, ma il legislatore vola più alto di questo dettaglio, direttamente nell’iperuranio del diritto. Il fatto è che fumare cannabis è vietato altrove in città, e nei luoghi pubblici, quindi l’unico posto in cui è possibile  farlo è in casa propria, e vietare pure questo rifugio sarebbe una violazione dei diritti. Per quale motivo, però, lo stesso diritto non possa riguardare un inquilino tabagista nel suo appartamento, non si sa e costituisce un nuovo paradosso della logica. Meno male che da noi, per volersi divertire, ci saranno presto i punti vaccino di Arcuri, dove si andrà “a riconquistare la speranza” e si uscirà rilassati e fiduciosi nel futuro. Ai tabagismi di Frisco suggeriamo però una extrema ratio: fuggire nudi sui tetti dopo orge clandestine senza filtro. Mejo di Bruxelles.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"