Come un tampone in chiesa

Maurizio Crippa

Veltroni da Fazio si pone il problema se sia giusto tenere aperte le chiese e chiudere i teatri.  Viste le idee dei catto negazionisti come Aldo Maria Valli, viene il dubbio che abbia ragione: Veltroni

Andare da Fabio Fazio induce a fare affermazioni banali e nemmeno Walter Veltroni, famoso per l’altruismo e la fantasia, è scampato alla maledizione. Si ciarlava ovviamente del dpcm e della cultura, e ha detto: “E’ giusto autorizzare le messe e non autorizzare i teatri e i cinema dove non c’è stato nulla?”. Si vorrebbe notare che le chiese sono state uno dei rari luoghi in cui, anche nell’estate scema delle discoteche e degli spritz, contavano gli ingressi, i volontari ti distanziavano anche dalla zia, e i preti si santificavano ad ogni Pater Ave. Ma che importa? Il messaggio è passato, persino il nostro caro amico @PaoloRodari ha commentato, su Veltroni, “penso che abbia perfettamente ragione”. Grazie a Dio c’è il sorridente provocatore Simone Cristicchi ad opporre un appello: “Tutti in chiesa, visto che le chiese sono immuni rispetto ai teatri. Anzi, noi artisti e il pubblico teatrale chiediamo aiuto al Vaticano”. Poi ci sono altri cristiani, quelli negazionisti, che ancora non hanno digerito che le chiese siano state chiuse, e che adesso i fedeli per entrare alla messa debbano indossare la mascherina. Come Aldo Maria Valli che, intervistato, dice: “La indosso, secondo le norme stabilite. Non credo nella sua efficacia”. Boh, non è che credere in Dio debba impedire di credere nei fatti. Ma per Valli la chiesa “non ha parlato di santificazione, ma solo di sanificazione”. E che possiamo dire noi, davanti a cotanto pensiero? Meglio le chiese chiuse e i teatri aperti. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"