Contro Mastro Ciliegia

Non tutte le statue vengono per nuocere. Santa Francesca Cabrini

Maurizio Crippa

Per alcuni perché era donna, per altri perché italiana, oppure perché immigrata. I bizzarri tira e molla per appropriarsi del monumento alla prima santa cattolica americana, patrona dei migranti. Ma lei, ci dice il nostro cuoricino, non si farebbe tirare per la veste da nessuno: fratelli tutti. E God bless America

Nel giorno di Colombo in cui la virulenza anti razziale ha fatto tilt, e a Portland hanno abbattuto la statua di Lincoln per insufficiente antirazzismo; nel giorno in cui gli arabi fanno propria l’idiozia occidentale pol. corr. e non vogliono che una attrice ebrea interpreti Cleopatra. In giorni così, a Battery Park è stata inaugurata una statua di Madre Francesca Saverio Cabrini, prima santa cattolica d’America e patrona dei migranti.

 

Le circostanze e le dispute e le tentate appropriazioni dietro alla nuova statua sono bizzarre e durano da anni. La campagna per erigerla se la intestò la moglie del sindaco Bill De Blasio, Chirlane McCray, che però mirava a riequilibrare la mancanza di statue femminili in città. Insomma perché donna. Per il governatore Andrew Cuomo, madre Cabrini è innanzitutto “la personificazione dell’eredità italoamericana”. Insomma un’italiana. Anche se poi ha aggiunto che “ha fondato 67 scuole, ospedali e orfanotrofi. Ha servito i poveri e gli immigrati”.

 

 

Intanto in Colorado hanno abolito il c Day e l’hanno sostituito con il Frances Xavier Cabrini Day. Una santa solo per gli immigrati (i nativi contesteranno?). A Madre Cabrini siamo molto affezionati e qualcosa ci dice, nel nostro cuoricino, che non baderebbe a quelli che la vogliono tirare per la veste per farne un simbolo di questo o quello. Lei, facendo quel che ha fatto, non ha mai guardato l’etichetta di nessuno: fratelli tutti. Ci sono anche statue che non vengono per nuocere. E God bless America.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"