Contro Mastro Ciliegia

Il mistero dissolto del referendum di Anghiari

Maurizio Crippa

Non c’è nessuna Battaglia di Anghiari sotto il dipinto del Vasari nel Salone dei Cinquecento. Leonardo non l'ha mai dipinta, fine della favola. Spiace per Dan Brown

Le verità nascoste, le casseforti dietro alla crosta di un quadro, i misteri celati sotto mentite spoglie: sono davvero uno dei brividi più belli. Ad esempio: sarà vero che Immuni consuma la batteria perché se la fa di nascosto col Bluetooth? Sarà vero che Arcuri ha trovato i banchi a rotelle? E che la Gioconda è un autoritratto? Ieri, agli Uffizi, uno di questi affascinanti misteri (quello di attinenza leonardesca: Bluetooth è una bufala negazionista e Arcuri non è mai pervenuto, manco a rotelle) è stato definitivamente svelato, dicono gli studiosi.

 

Non c’è nessuna Battaglia di Anghiari perduta di Leonardo sotto il dipinto del Vasari nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, ha detto Cecilia Frosinini, direttrice del dipartimento Restauro pitture murali dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze, che ha condotto con un pool di esperti una nuova ricerca. Semplicemente, perché Leonardo non l’ha mai dipinta. Fine della bella favola. E spiace per Dan Brown, che ci aveva ricamato sopra un mare di minchiate.

 

Ma spiace soprattutto per Matteo Renzi, che quando era sindaco di Firenze un bel giorno dichiarò: “Dimostrato che la Battaglia d’Anghiari c’è, chiedo al governo di autorizzarci a verificare le condizioni in cui è. E a tirarla fuori”. Ma niente, anzi forse è meglio così anche per lui. Un mistero che svanisce può portarsi via anche un incubo ricorrente: il referendum non l’ha mai perduto, perché non è mai esistito. Era una balla messa in giro da Dan Brown. O da Calenda.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"