(foto Ansa)

Contro Mastro Ciliegia

Ma ora che il guaio è fatto, portate via Sgarbi

Maurizio Crippa

Uno come lui che si vanta di elargire cultura ai giovani dovrebbe evitare di diffondere idiozie

"Ma ora che il guaio è fatto, portate via il morto”, cantava Monica Vitti in una mitologica interpretazione della canzone I crauti. E ora che il guaio è fatto, ognuno potrebbe approfittarne per scegliere il parlamentare che taglierebbe, seduta stante e sic et simpliciter. Non ho fatto un sondaggio accurato, ma ognuno ne ha uno o anche di più. Chi sceglierebbe l’eroina del “questo lo dice lei”, chi gli avvisatori di scie chimiche o i cannoneggiatori di barconi, chi il vice degli Esteri che saluta i “53 capi di stato” dell’Asean. Io sceglierei Vittorio Sgarbi. Sgarbi è notoriamente multipolare: quando parla d’arte è bravo quasi quanto Philippe Daverio, quando ammaestra le “capre!” pure, quando invece fa il negazionista populista sembra Trump, e non è un complimento. Intervenendo alla Camera nel dibattito sull’obbligatorietà dei vaccini, ha detto: “Ogni giorno per almeno quindici ore i programmi televisivi di attualità ci dicono lo stato dei malati, dei convalescenti, dei morti, in numeri sempre più esigui. Ma noi siamo in un incubo costante di informazione obbligatoria, determinata a convincerci che siamo tutti malati… Si è sostituito Dio con il vaccino, all’improvviso Dio si è dissolto. Il dott. Burioni ci dice che Dio vuole che noi stiamo in casa e ci proteggiamo”. I crauti era in realtà una canzone antifa anni ’70 di Mario Pogliotti, che ce l’aveva con Pino Rauti. Ma qui non è questione di politica. E’ che uno che si picca di maneggiare cultura, e pure di elargirla ai giovani, dovrebbe evitare di diffondere, da cotanto scranno, queste idiozie. Capra.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"