La morte vera e la foto finta di Daniela, El Mimo

Maurizio Crippa

C'è una maschera che non sorride più, e vale la pena raccontare, per due motivi: per un saluto e per una domanda che pone a tutti: sarà poi vero che risus omnia vincit?

A proposito di maschere sorridenti, di travestimenti e nomignoli d’ironia che stanno qua e là per il mondo sgonfiando il petto in fuori della politica dei Rodomonti, c'è una maschera che non sorride più, e vale la pena raccontare, per due motivi. Per un saluto e un omaggio (per quel che serve) e perché quella maschera una domanda ce la pone a tutti: sarà poi vero che risus omnia vincit? E sarà poi vero, tutto quanto? Compreso che social omnia vincit?

 

La storia da raccontare, per unirsi alla testimonianza di molti, è quella di un mimo, anzi El Mimo. Che si chiamava però Daniela Carrasco, era giovane e cilena, faceva l’artista di strada e la protesta contro il governo, anche nei giorni dello stato d’emergenza, e più di un mese fa è stata trovata impiccata per strada, alla periferia di Santiago del Cile. Anzi: “Violentata, torturata, impiccata ed esposta, cadavere, come un trofeo”, secondo organizzazioni umanitarie e femministe: ad opera della polizia o di agenti limitrofi, le zone nere e grigie di ogni repressione. Stanno provando a far luce, a farsi dire la verità. Però, per esplodere sui media fuori dal Cile, per diventare l’hashtag #justiciaparadaniela ci è voluta una foto. Ma non la sua. La foto di un’altra giovane donna che in una manifestazione si è messa gli abiti di lavoro e il trucco del Mimo, naso rosso a ciliegia compreso, come si truccava lei. E allora la commozione e l’indignazione sono esplose. O ci si sono aperti gli occhi, come si spalancano gli occhi quando si vedono gli artisti di strada.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"