Saverio Raimondo (foto LaPresse)

Saverio Raimondo e il lato comico a Sanremo

Maurizio Crippa

"La mia presenza al festival è stata cancellata", dice. Hanno iniziato con Luca e Paolo, Luttazzi ritorna solo perché tanto non fa ridere, la Littizzetto la tengono per lo stesso motivo

Dice insomma Saverio Raimondo che “esiste in effetti da settimane una camera a Sanremo prenotata da Rai a mio nome per i giorni del festival. Ma quella camera nelle prossime ore verrà evidentemente assegnata a qualcun altro”. Ancora non si sa, siamo in trepida attesa, se a occupare quella stanza che non ha più pareti ma alberi (okkei dai, è una stronzata: ma Sanremo è Sanremo) sarà lo spassoso ministro Toninelli in persona: perché a comico che si licenzia, comico che subentra, è la legge dello showbiz nell’epoca del decreto dignità. Comunque, per dovere di cronaca, va così. Saverio Raimondo, comico di un certo seguito che s’è fatto le ossa su Comedy Central, era imbarcato per la Riviera: “La mia presenza a Sanremo, prevista e voluta da Rai1 già da mesi e condivisa a più livelli, negli ultimi giorni è stata messa in discussione fino alla cancellazione delle ultime ore”. Ora, non è ancora chiaro se sia un caso “politico”.

 

Ma al momento sembrerebbe più un caso di narcisismo, o di egotismo infantile, da parte del governo del cambiamento che ha messo i suoi funamboli del trash-populismo a guardia della Rai con un preciso mandato: belìn (scusate il ligurismo) a far ridere ci siamo già qui noi, quindi i comici fuori dalle balle. Hanno iniziato con Luca e Paolo, Luttazzi ritorna solo perché tanto non fa ridere, la Littizzetto la tengono per lo stesso motivo. Ma a Sanremo no. Soprattutto se uno si mette in testa di far ridere con il giochetto del sosia: “Forse essere così uguale a Di Maio non mi ha favorito”.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"