Il sentimento del tempo è una meridiana amica

Maurizio Crippa

Per il governo non lo so, ma per gli amici e per morire, c’è sempre tempo

Imbambolati come siamo dai nostri FATE PRESTO o FATE PIANO, molto rumore per nulla, snoccioliamo giorni e ore a misurare quanto tempo sprecherà l’esploratrice Casellati prima di perdersi nel suo labirinto (che è un’immagine temporale e non spaziale, lo sapete). O quanto ci vorrà per la pace di Pompeo (ma Cesare Kim non doveva morire?) e quant’acqua scorrerà sotto i ponti del Danubio prima che sia aperta la guerra civile europea. O quanto tempo i genitori di Alfie potranno rubare, con le loro macchine, a Sora nostra Morte corporale, “da la quale nullu homo vivente pò skappare”, prima di lasciarlo andare nelle braccia di Dio. Però ho letto una bella storia su Scarp de’ tenis (grazie @StefanoLamp). La storia di Giuseppe, che fa l’operaio tessile dalle parti di Lecco ma è appassionato di gnomonica e astrologia, e da una vita si dedica a un suo personale e naturale sentimento del tempo: restaura antiche meridiane e ne costruisce di nuove, e si sente un po’ un artista, “perché la finalità del mio lavoro, in fondo, è la bellezza”. E detto così, è la magnifica unità di misura di un tempo regalato. Su Twitter, quel simpatico cristiano iracondo di @enzobianchi7 ne ha segnalata a sua volta una, di meridiana (chissà se è una di quelle di Giuseppe) che sta sopra la porta di una casa e reca una scritta latina: “Amici quaelibet hora”, per gli amici a qualunque ora. E per il governo non lo so, ma per gli amici e per morire, c’è sempre tempo.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"