Pietro Bartolo (foto LaPresse)

Avercene di Bartolo, ma pure di Peppino Caldarola

Maurizio Crippa

Il famoso medico d’impegno lampedusano, ha nobilmente rifiutato la ventilata candidatura in Liberi e Uguali,

Che Lampedusa portasse politicamente sfiga non appena se ne oltrepassassero le spiagge coltivando nel segreto del cuore qualche ambizione di ribalta nazionale, lo avevamo già notato ai tempi della gita premio da Obama con Matteo Renzi della sindaca Giusi Nicolini, che poi fu trombata, pardon battuta, alle elezioni. Ora Pietro Bartolo, famoso medico d’impegno lampedusano, ha nobilmente rifiutato la ventilata candidatura in Liberi e Uguali, con parole che gli fanno onore: “Resto a Lampedusa e la mia rinuncia a candidarmi in Parlamento non è un passo indietro, ma uno avanti in direzione di quest’isola che amo e dei migranti”. Bene, ne esistessero persone così. Meglio ancora, però, è che esistano persone come il gran Peppino Caldarola, verrebbe da definirlo l’unico dalemiano con il quale vale la pena andare a cena. Caldarola, che dirige la rivista ItalianiEuropei, ha letto della rinuncia, s’è messo su Facebook e ha tirato la bomba. O, per meglio dire, ha detto la verità, che in politica pre elettorale è un privilegio per pochi: non lo volevano candidato nel “suo” Sud, roba di camarille: “Lo avevano spostato al Nord per fare spazio in Sicilia a qualche iper-protetto. Chiedo un gesto a Bersani e D’Alema per costringere il vertice di LeU, compreso Grasso, a riportare Bartolo fra la sua gente. Se per favorire un burocratino si sacrifica Bartolo siamo veramente alla frutta”. Ecco, avercene, di Caldarola.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"