Alain Delon

Uomini e topi (per non parlar dei somari)

Maurizio Crippa

Delon, Bardot e lo spogliarellista a cinque stelle

Alain Delon (avercene ancora, di figaccioni così) va ripetendo in lungo e in largo che è molto stanco e la morte s‘i avvicina. E di questo, amen. Solo che ci tiene a chiarire, Alain, che il problema non è suo: io odio questa epoca, e tutti voi merdacce che mi sopravviverete. Come diceva Philip K. Dick: “Io sono vivo, voi siete morti”. Solo che Phil era più elegante. Ma gli sarà perdonato. Non gli sarà perdonata, invece, quest’aggiunta testamentaria: “Quando verrà il momento, voglio che il mio cane muoia con me”. La frase diventa ovviamente “choc”, e fioccano i “ma se il suo cane dovesse morire prima di lui, si può sopprimere Alain Delon?”.

     

Brigitte Bardot, gran ragazza, non sarà perdonata per aver detto che certe attrici sono un po’ sciacquette (“frase choc!”). Ma di aver dato di “assassini” a tutti quelli che indossano una pelliccia, fosse pure un manicotto, questo sì, le è stato perdonato. A Gene Gnocchi, “parlandone da vivo” (copyright @lasoncini), non sarà perdonato nulla. Ma se andate a vedere, c’è un sacco di umanitari che si sono indignati non per Claretta buonanima, ma per aver tirato in ballo, nel paragone, i maiali.

 

Infine c’è questo “Costantino Strapmen”, al secolo Domenico Impagliatelli, spogliarellista (toh! un grillino che ha un lavoro: ditelo al Cav.), già consigliere a San Giovanni Rotondo, che ha vinto la riffa a cinque stelle e sarà candidato, anche se dice “di politica capisco poco” (ma la competenza è una subdola pretesa delle classi dirigenti, come dice Paragone). Andrà a raggiungere i purosangue della lista dei somari. E chissà se anche lui, i somari lo hanno già perdonato.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"