L'ayatollah del meteo Zucconi, Irma la Truce e Trump

Maurizio Crippa

“E’ soltanto una coincidenza”, si chiede Zucconi, se “il più feroce uragano da almeno cent’anni” e ora “Irma la Truce” cadano, “a così breve distanza” sulla presidenza che ha “denunciato l’accordo di Parigi sul clima”?

"E’ un messaggio per Trump che arriva dall’Oceano. Si chiama Irma”. “Dice al presidente che la Terra, l’atmosfera, gli oceani sono in collera con lui”. Il comincio dell’Apocalisse secondo Vittorio Zucconi ieri su Rep. andrebbe messo in musica. Ma più che altro sembra un message in the bottle, nel senso che almeno un paio deve averle scolate, per produrre una prosa così ubriaca. “E’ soltanto una coincidenza”, si chiede, se “il più feroce uragano da almeno cent’anni” e ora “Irma la Truce” cadano, “a così breve distanza” sulla presidenza che ha “denunciato l’accordo di Parigi sul clima”? Il clima “non vota alle elezioni”, ammette Zuc., e meno male. Del resto, come dice Piero Angela, che di scienza ne sa, neanche la velocità della luce l’hanno decisa per alzata di mano. Però, nella cosmogonia di Zuc., il clima “fa politica e le coincidenze raccontano spesso la verità, come sanno i lettori di romanzi gialli”. Irma a braccetto con Harvey (“questa coppia terribile di brutali immigrati clandestini”, giuro che l’ha scritto) è il castigo del Dio Clima. “Fa giustizia dell’antiambientalismo nazionalistico”, perché “non esistono confini di fronte ai grandi eventi climatici che si abbattono nella loro indifferenza su buoni e cattivi, su bianchi e neri, nel suo globalismo climatico”. Come il più improbabile degli ayatollah, o un predicatore della sezione meteo del Ku Klux Klan, Zuc. evoca il castigo di Dio come altri lo evocavano per l’Aids, e qualcuno è arrivato a farlo per i terremoti. E tutto per la “coincidenza” di due uragani. Aspettiamo almeno il terzo, che, come nei gialli, almeno farebbe una prova.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"