Jonathan Demme che dà una patatina fritta ad Anthony Hopkins sul set del Silenzio degli innocenti

Ragioni musicali per piangere Jonathan Demme

Maurizio Crippa

Il sito IndieWire, che ha dato la notizia della sua morte, ha scritto: “Never made the same movie twice”. Chissà se è vero

Ha fatto film bellissimi, ma la cosa, ovviamente molto laterale, per cui ero affezionato a Jonathan Demme è che era amico di Neil Young, e per lui ha girato due magnifici, eccentrici concert movie. A voi non fregherà nulla. Ma si erano conosciuti quando il rocker canadese gli mandò una canzone eventuale per Philadelphia. E sebbene l’Oscar per la miglior canzone (apertura) lo vinse Bruce Springsteen con Streets of Philadelphia, anche Neil Young ebbe una nomination per quella finale. Vista così, fu quasi una convention, voluta e un po’ casuale, come le cose che riescono bene, di una generazione liberal. Quella generazione di personaggi un po’ solitari e orgogliosamente indipendenti che hanno sempre fatto quel che hanno voluto, dentro la grande macchina dello showbitz, ognuno per la sua strada. Ognuno le sue strade. Philadelphia è il film bello e struggente sull’Aids per cui passerà alla storia, o almeno alla cronaca di oggi, perché di quel film, che fu l’ingresso nel maistream della cultura di massa di tante cose, e non solo dell’Aids, si parlerà più che degli occhi di Clarice Starling e dei magnifici close up che erano la forma, e la sostanza, dei suoi film. Il sito IndieWire, che ha dato la notizia della sua morte, ha scritto: “Never made the same movie twice”. Chissà se è vero. Il suo primo, magnifico flop, fu Femmine in gabbia, la quintessenza anni 70 del genere “girls in prison”. Perché anche Orange is the new black ha la sua archeologia. Non passerà su Netflix, ma nel caso guardatelo. Long may you run.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"