Matteo Renzi ospite di "Che tempo che fa" (foto LaPresse)

“And the scissionist is”. La busta del Pd e altre comiche

Maurizio Crippa

Non si trova il regista da premiare. L'effetto è esilarante

Il problema, da vent’anni a questa parte nella politica italiana, è il casting. Ad esempio trovare nel Pd – o, a voler allargare lo scouting, in tutta la storia del Pci-Pds-Ds-Pd passando per la Cosa Rossa – qualcuno col physique du rôle adatto a interpretare Warren Beatty, per quanto un po’ in là con gli anni e discretamente rincojonito. Uno che tagliasse la testa al toro e pronunciasse il magico “and the scissionist is” senza sbagliare busta. Non si trova. Verrebbe in mente Achille Occhetto, ma anche la parodia ha i suoi limiti, e ci vorrebbe Mel Brooks. Così non si trova il regista da premiare. Renzi ha aperto la busta con scritto “D’Alema”. Ma siccome s’intende più di House of cards che di cinema, l’ha confuso con il produttore (l’uomo del final cut). La scissione? “Un disegno già scritto, ideato e prodotto da Massimo D’Alema”. Pigi Bersani, che si intende di House of cards quanto s’intende di mucche in corridoio, ha aperto un’altra busta: “Adesso lui ricerca il regista, ma non sia così umile: il regista è lui, ha fatto tutto lui, la disgregazione di questo partito ha un regista, e questo regista si chiama Renzi”. L’effetto è esilarante, quasi si fosse alla notte degli Oscar. Ma più straniante. Soprattutto se alla fine arriva il Kubrick della scissione, insomma Max in persona, a dire: “Non c’è nulla di personale tra me e Renzi”. Non c’era nulla di personale manco tra Warren Beatty e Faye Dunaway. Basta decidere chi interpreta chi. E trovare finalmente il regista giusto per le magnifiche comiche finali.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"