(foto di Flickr)

L'illegalità della merendina e quelli “che studiano”. Storia

Maurizio Crippa

Una bella storia di come il paese delle regole e dell’invidia verso i portatori sani di ottimismo imprenditoriale

Una bella storia di come il paese delle regole e dell’invidia verso i portatori sani di ottimismo imprenditoriale – o forse è una diagnosi del perché i giovani hanno votato No? – ci viene dalla ridente Moncalieri, cintura ex industriale di Torino. C’era un ragazzo dell’Itis Pininfarina che si era inventato un suo commercio per così dire tax free a scuola, vendeva sotto banco (o sopra) panini e merendine ai compagni. Beccato, o denunciato, era stato sospeso, con tuoni del preside contro il comportamento “disdicevole”. Acqua passata. Ma ieri cinquecento studenti della scuola hanno manifestato con striscioni: “Solo in Italia si premia l’illegalità e la furberia”. Il fatto è che al businessman della merendina è stata assegnata addirittura una borsa di studio dalla Fondazione Einaudi (liberali, si dirà) per premiare “lo spirito di iniziativa”. Niente da fare. Per i compagni, è un errore e un insulto: “Non ci pare giusto che venga premiata un’attività illegale e non invece il merito di chi studia tutto l’anno duramente”, hanno detto.

Si potrebbe accettare l’argomento dell’attività “illegale”. Ma sembra molto peggio che una presunta “cultura della legalità” (l’associazione Libera s’è schierata coi protestatari legalitari) giunga a sanzionare la micro-iniziativa economica, nascondendosi dietro il risibile schermo del duro studio. (Come dire che il compagno imprenditore invece è un fancazzista, in quanto imprenditore). Ma l’importante è studiare, a Torino. Piccoli Zagrebelsky crescono.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"