Si può definire un candidato “la bocconiana incinta”? Ed essere bocconiana e grillina?

Maurizio Crippa

    Ieri alla Bocconi c’era Tim Cook, che oltre alla montagna di soldi e a essere l’uomo più influente sulle nostre vite presenti e future, è anche un pimpante attivista dei diritti civili e contro le discriminazioni, come va di moda. Devono augurarsi, a Via Solferino, che il ceo di Apple non abbia letto quel titolo da far svenire la Boldrini, e che la prestigiosa università che lo ospitava pure tirava in causa, di sguincio: “La bocconiana incinta”. Altro che privacy, altro che uso spregiativo di una caratteristica (l’aspettare un bebè) che tutt’ora, e fin quando dura, appartiene a un universo da tutelare: le donne. E invece: “La bocconiana incinta”. Quasi fosse una colpa, sia l’esser femmina alla Bocconi, sia quel che fa del proprio corpo. Michelle Obama sarebbe esplosa, a Fox News avrebbero mandato la Guardia nazionale. Ci sono titoli che scappano via così, e nessuno forse s’era chiesto che effetto fanno. Ma fanno l’effetto di smutandare il nostro inservibile correttismo politico. Dopodiché c’è da dire che la bocconiana incinta si chiama Chiara Appendino ed è la candidata a sindaco di Torino scelta dal Movimento 5 stelle. Una grintosa signora che, per fare la première dame del partito più anticastale, più populista, più sanculottista che ci sia, è pur sempre una manager scuola Bocconi, con un passato alla Juventus. Che a Torino, proprio il contrario della casta e del potere non è. Ah, il popolo.

    • Maurizio Crippa
    • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

      E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"