nuovo cinema mancuso
Fuori la verità
La recensione del film di Davide Minnella, con Claudio Amendola, Claudia Gerini, Claudia Pandolfi, Leo Gassmann
La prima domanda è rivolta allo sceneggiatore. In questo caso, la sceneggiatrice Elena Giogli. Ma davvero possiamo credere a una storia sulle malefatte della televisione, quando gli spettatori calano, siamo più che vaccinati, e i problemi ora arrivano da altri e più pericolosi media. I cellulari e i social, per esempio. E che dire delle fake news che l’intelligenza artificiale ha reso più facili e “professionali”: ormai non c’è più un fotomontaggio che si riveli come tale, mica sono fatti con forbici e colla. Tra le centinaia di font, ce ne sarà uno per le lettere anonime: caratteri di colori e dimensioni diverse, con effetto “ritaglio” sul foglio di carta. Il film di Davide Minnella è simpaticamente retrodatato. Niente di nuovo, e neppure esportabile come i teneri di cuore pensano – vadano a vedere “The Running Man” (nelle sale la prossima settimana, regia di Edward Wright con Glen Powell) per capire quale sarà domani la tv da combattere. Dunque: la famiglia Moretti – padre, madre, tre figli – è in uno studio tv, per il gioco “Fuori la verità”, con Claudia Pandolfi maestra di cerimonie. In una inutile complicanza, fa le domande e designa chi deve rispondere. Il nonno che guarda da casa è il ritratto dello spettatore, che borbotta ma continua a guardare finché un malanno lo coglie. C’è una risposta giusta, congegnata dagli autori. Pianti, strepiti e sputtanamenti. Nulla che il milione in palio non possa curare.
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