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Il festival dell'ambizione

Mariarosa Mancuso

A ottobre inizia la Festa del cinema di Roma e la presidente della giuria sarà Cortellesi. I film del concorso dovrebbero lanciare nuovi registi e attori, tra i quali spicca Andrea De Sica, con “Gli occhi degli altri”. Alla creatura di “Frankenstein” di Guillermo del Toro risponde "Dracula" di Luc Besson

Una sventagliata di film in cerca di un festival. Una ricca sventagliata, precisiamo: la suscettibilità dei cinematografari è altissima. Ma si ha l’impressione che in questi suoi primi 20 anni la Festa di Roma non abbia ancora trovato una precisa fisionomia. Concorso, niente concorso, prevalenza del cinema parlato con una serie di incontri spesso più interessanti dei film da vedere nella sala accanto dell’Auditorium, direttori che cambiano, qualcuno che se ne va dopo essere stato accolto come il salvatore della festa, festival diffuso in tutta Roma (resta famosa l’esibizione di Leonardo DiCaprio, sotto lo sguardo benevolo di Walter Veltroni e Goffredo Bettini), e l’intenzione di oscurare la Mostra di Venezia.

 

Per carità, è legittimo vantare la propria creatura. Ma sperare nelle “magnifiche sorti e progressive” di una manifestazione che inizia a metà ottobre – poco più di un mese dopo la Mostra di Venezia – appare a chi si occupa di cinema perlomeno temerario. Dopo 20 anni, i problemi restano, anche se il pubblico – dicono – ha imparato la strada per l’Auditorium, nei primi anni nessun amico romano saliva volentieri fin lassù. Dall’anno scorso, Salvatore Nastasi è presidente della Fondazione Cinema per Roma che organizza la festa, dal 15 ottobre al 26. Presidente della giuria Paola Cortellesi: il suo primo film da regista – “C’è ancora domani” – spiccò da qui il volo verso il gran successo di critica e di pubblico. Da anni fa coppia artistica con il marito Riccardo Milani, che apre l’edizione di quest’anno con “La vita va così”: pastore sardo che non intende vendere la sua terra agli speculatori. Nel cast, Virginia Raffaele e Diego Abatantuono.

 

Ieri, durante la conferenza stampa, la direttrice artistica Paola Malanga ha illustrato il programma, nelle varie sezioni e premi (quest’anno ce n’è uno in più, per i documentari). I film del concorso dovrebbero lanciare nuovi registi e attori, tra i quali spicca il nome di Andrea De Sica, con “Gli occhi degli altri”. La trama prende spunto dal delitto Casati Stampa, fine anni 70: marito che uccide la consorte e il di lei giovane amante, poi si suicida. Nella sezione Grand Public – dedicata ai titoli che potranno avere successo nelle sale – c’è Monica Guerritore in “Anna”, da lei medesima diretto. Si intende Anna Magnani, ovvio: non c’è attrice italiana, a vari livelli di bravura e leggiadria, che non abbia dichiarato: “E’ il mio modello”. La sceneggiatrice Ludovica Rampoldi debutta dietro la macchina da presa con “Breve storia d’amore”. Alla creatura di “Frankenstein” – inteso come il bellissimo film di Guillermo del Toro”, era alla Mostra di Venezia, nei cinema dal 22 ottobre e a novembre su Netflix – la Festa di Roma risponde con “Dracula” di Luc Besson. I mostri secolari sempre affascinano.

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