(foto EPA)

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A Locarno non si è mai abbastanza artisti, ma ecco il premio a Jackie Chan

Mariarosa Mancuso

Da Radu Jude (che non delude mai) al secondo titolo della trilogia del tunisino Abdellatif Kechiche: chi sarà in gara al più grande dei piccoli festival

Siamo affezionati. E’ una cosa che ti frega più dell’amore, finito da tempo. Non sapremmo dire esattamente da quando. Forse fu la partenza anticipata del Festival locarnese di Olivier Père, che il cinema lo amava davvero. Tutto il cinema: le storie dove non succede nulla e il cinema d’azione. Passando per lo scandalo di Locarno 2010: Bruce LaBruce e il suo film “L.A. Zombie”, quindici anni fa, con il porno-attore francese François Sagat. Non incontra tutti i gusti – spettatori critici o direttori di Festival. Il genere però esiste, si chiama New Queer Cinema, e a non prenderlo troppo sul serio qualche spasso lo procura. Gusti personali a parte, era sicuramente un film d’avanguardia.

 

Il Locarno Film Festival 2025 partirà il 6 agosto, fino al 16. Per anni si è discusso: è il più grande dei piccoli festival, oppure il più piccolo dei grandi festival? Se non avete assistito agli alti e bassi degli ultimi anni magari vi scappa da ridere, ma il peso di un festival richiama film importanti, e successo pure. Era già accaduto che qualche film americano sbarcasse sulla piazza, ma i duri e puri non riconoscono il Festival locarnese della loro gioventù. Ci fu da ridire perfino per la proiezione di “Moulin Rouge!”, strepitoso film di Baz Luhrmann con Nicole Kidman. Troppo commerciale. Se ne deduceva che l’arte è tale solo se annoia a morte. Nulla è mai abbastanza artistico, sperimentale, diciamo pure punitivo per il pubblico di Locarno che affolla la Piazza Grande della cittadina. Sappiate che questo “cittadina” basterà per farci mettere all’indice: comunque sono gentili e ospitali, anche se scrivete quel che pensate – mica è un lager, è una ridente località in riva al Lago di Locarno circondata da leggiadri grotti, con ottimi formaggi, e gustosi risotti (say yes to the “luganiga”, a food to remember).

 

Per arricchire le serate, c’è una serie di premi destinati a celebrità internazionali. Lucy Liu, per esempio, che riceverà il Career Achievement Award. Poi c’è Alexander Payne: secondo noi meriterebbe tutti i premi del mondo, anche quelli che ancora non sono stati inventati. Jackie Chan riceverà il Pardo alla carriera: a furia di scavare tra i generi qualcosa di originale si trova. Scorrendo tra i titoli del concorso internazionale – uno di loro riceverà il Pardo d’oro, quanto prestigioso dipende anche dal film – troviamo il rumeno Radu Jude che non ci ha mai deluso. Mai. Ora farà “Dracula”, per la nostra gioia. Tutto diverso sarà “Mektoub, My Love: Canto due” – secondo titolo della trilogia del tunisino Abdellatif Kechiche. Forse adesso i ragazzi e le ragazze si sono un po’ calmati, allora la quantità di culi dimenati nel twerking era difficile da dimenticare.

 

In gara per l’Italia, e coprodotto con Francia e Svizzera, “Le bambine” di Valentina e Nicole Bertani. Tiene alta la bandiera del grande cinema la retrospettiva dedicata al cinema britannico, negli anni dal 1945 agli anni  60. “Great Expectations” è il titolo, e davvero propone film che mettono una gran voglia.

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