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Le facce del David di Donatello

Mariarosa Mancuso

Vince "Le otto montagne", che in questi giorni si gode il successo a New York. Ma il premio per la regia resta nelle mani di Marco Bellocchio

Come viene il cinema italiano nella fotografia scattata dai giurati dei David di Donatello, edizione numero 68? Pochissimo mosso, i nomi si ripetono con una certa insistenza anno dopo anno. Tra i pochi brividi, il nome di Emanuela Fanelli premiata come attrice non protagonista nel film “Siccità” di Paolo Virzì. Fa sospettare che forse, qualcuno, magari, tra i giurati – scelti in base a un complicato regolamento – ha capito che il cinema è anche fatto di facce nuove. 
    

E le comiche vere, degne di essere paragonate a Franca Valeri, sono rarissime. Sul palco Emanuela Fanelli parla velocissima – sa bene che il microfono lo staccano solo a chi ha qualcosa da dire – e ringrazia “per essere stata guardata”. E scelta. Ne aveva fatto una gag, in “Una pezza di Lundini”, vantandosi di girare un film con Paolo Virzì. E il suo “progetto artistico” intitolato “Roma Roma mia de core…” preventivamente satireggiava la venere botticelliana in monopattino.
     

Altro brivido, il film vincitore “Le otto montagne” – dal romanzo di Paolo Cognetti vincitore del premio Strega 2017. E’ diretto da due bravi registi belgi, Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, premiati anche per la migliore sceneggiatura non originale. Italiana è la produzione, infatti il film stava nella lista dei possibili candidati allo scorso Oscar. Avrebbe avuto certo più chance di “Nostalgia” di Mario Martone, con Pierfrancesco Favino che masticava il suo strano napoletano da espatriato. Proprio in questi giorni, “Le otto montagne” si gode il successo a New York.
      

Vince il film alpino, e il suo direttore della fotografia belga Rupert Impens. Ma il premio per la regia resta nelle mani di Marco Bellocchio, con una delle sue “storie della storia d’Italia”, in formato televisivo e seriale. “Esterno Notte” è uscito anche nei cinema, spezzato in due parti, e ci è rimasto per un tempo ben superiore ai minimi richiesti dal regolamento (due sale con tenitura di 7 giorni con un fine settimana in mezzo, con eccezioni per le uscite infrasettimanali in tempi di pandemia). L’infaticabile Bellocchio ha già girato un’altra storia vaticana, sulla vicenda del bambino ebreo Edgardo Mortara (“Rapito”, sarà a Cannes).
        

“La stranezza”, fantasia pirandelliana di Roberto Andò con Ficarra e Picone – che hanno molto aiutato il botteghino, miglior incasso italiano del 2022 – ha vinto per la sceneggiatura originale, attirando in sala anche le signore che chiedevano “un biglietto per il film su Pirandello”. Così va il mondo del cinema italiano, quando si mettono d’accordo due sigle concorrenti come Medusa e Rai Cinema. Sorprendente il David Giovani a Michele Placido per “L’ombra di Caravaggio”: genio e sregolatezza e forse omicidio. Sotto importanti protezioni.

 

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