La Nostalgia secondo Mario Martone

Il regista napoletano ci parla del suo film, l'unico italiano in concorso a Cannes

Federica Polidoro

Nostalgia di Mario Martone è l'unico film italiano in concorso a Cannes. In una competizione che ormai a Festival quasi finito si è rivelata meno interessante del previsto, il titolo, adattamento dell'omonimo romanzo di Ermanno Rea, ha invece avuto molti riscontri positivi e una standing ovation al termine della proiezione di gala al Gran Theatre Lumiere. 

Abbiamo incontrato il regista che ci ha raccontato come il romanzo è servito da bussola nel quartiere Sanità dove è stato girato, che anche per lui rappresentava un mistero. "È una storia universale - ha commentato - perchè ha a che fare con un ritorno, è il rapporto con il labirinto della memoria, della nostalgia. Ma è anche la storia di un'amicizia adolescenziale, di quelle profonde, da cui si può restare feriti e quella del sacrificio di una madre". A fare da sfondo a una Napoli globalizzata, che per questo potrebbe essere una qualsiasi altra città al mondo, la criminalità organizzata che spezza ogni incantesimo e illusione. Come in tutte le sue regie poi, Martone dimostra una cura maniacale per l'interpretazione degli attori. Pier Francesco Favino è superbo nella parte di un italiano impiantanto nei paesi arabi da quarant'anni, mentre sia Francesco Di Leva nei panni di Don Luigi, che Aurora Quattrocchi, mamma Teresa, regalano al pubblico due ruoli memorabili. I dettagli nell'intervista.

Di più su questi argomenti: