Monica Vitti era un mostro di bravura

Era bellissima e aveva mille facce, cosa che le donne bellissime di solito non hanno, occupate come sono a non sciupare la loro immagine

Mariarosa Mancuso

Un mostro di bravura. Capace di fare la giravolta e di passare da Michelangelo Antonioni, con il suo carico di incomunicabilità, alienazione e mi fanno male i capelli a "Polvere di stelle" che celebrava l'avanspettacolo accanto ad Alberto Sordi e con i doppi sensi sulle banane. Passaggio difficilissimo, molto più dell'inverso, da clown a musone triste che porta su di sé i maghi del mondo: il comico è una precisione, all'intensità molto collaborano gli spettatori complici.

Era bellissima e aveva mille facce, cosa che le donne bellissime di solito non hanno, occupate come sono a non sciupare la loro immagine. Lei faceva la ragazza con la pistola, diretta da Mario Monicelli, un concentrato di femmine siciliane e poi cantava stralunata a una Canzonissima negli anni Settanta: Io non capisco la gente che non ci piacciono i crauti. Un attimo dopo crauti rimava con cauti, una ballata bislacca firmata da Ivan Della Mea. Aveva cominciato come doppiatrice ed era finita in un film di Joseph Losey, anche lui aveva un po' sospeso l'impegno. Modesty Blaise - La bellissima che uccide è un film di spionaggio, quello spionaggio con i vestiti elegantissimi che andava in quegli anni. Dino Risi le fece fare in un solo film un caleidoscopio di personaggi. Noi donne siamo fatte così era il titolo. Monica Vitti, era l'unica a poterlo dire senza sembrare una sindacalista che difende le fanciulle

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