Il futuro del vino si capirà a Milano

Luciana Rota

Da 3 all'11 ottobre ci sarà la terza edizione della Milano Wine Week. Format innovativo, piattaforma digitale, platea di esperti, connessioni fra il mondo della moda e del lusso, meeting di buyers, nuove mete del vino da percorrere studiando alternativi moduli di “scambio”: soprattutto Russia, Cina e Canada

Se sarà ancora una Milano da bere lo capiremo, in parte, dal 3 all’11 ottobre. Quello che abbiamo già capito – e non da ieri – è che il capoluogo lombardo ha scelto di ripartire proprio da qui: dal vino. E da un evento, la Milano Wine Week, che pur giovanissimo (terza edizione) sembra trovare radici mature, coraggio da vendere e voglia di mettersi in gioco. Sarà di fatto il primo evento internazionale di Milano dopo il lockdown.

 

Annullati i grandi appuntamenti mondiali del vino – soprattutto Vinitaly a Verona e Prowein a Düsseldorf  – perché in piena pandemia, proprio nello stesso periodo Milano Wine Week studiava una nuova formula per rimettersi subito in gioco: non è stata una scelta facile, quella del suo deus ex machina, Federico Gordini, origini oltrepadane (preziosa terra, terza produzione mondiale di Pinot nero), visioni internazionali e una carica di energia che risponde molto bene alle caratteristiche “da sempre” di quella Milano da bere e da mangiare (Gordini è anche l’organizzatore di Milano Food Week).

 

Qualche mese fa, il presidente Gordini ha riunito davanti ad un pc la sua squadra, "un team fantastico" dice, e ha trasformato la regia di un evento che muoveva 300 mila persone fatto di incontri, talk, degustazioni a tu per tu, feste modaiole, assembramenti toccando calici di vino, in un evento digitale, di marketing per così dire spinto, di organizzazione e approfondimenti, di relazioni internazionali, puntando a trasformare Milano nella capitale del vino italiano. Un progetto ambizioso, non c’è che dire, in uno dei momenti più difficili, proprio anche per il vino e la sua filiera, il settore della somministrazione, della ristorazione e del turismo. In crisi nera, come molti altri.

 

Milano Wine Week 2020 a dispetto di tutto questo si farà. E con coscienza. Tutte le energie sono state convogliate in questi mesi di lavoro nella costruzione di un evento – dal 3 all’11 ottobre prossimi – che sarà un drink magico, shakerato di incontri controllati e senza assembramenti, secondo le norme anti Covid-19, e incontri digitali, collegamenti live, da un capo all’altro del mondo del vino, talk e convegni: 50 appuntamenti internazionali in 7 città mondiali collegate da Milano. Format innovativo, piattaforma digitale, platea di esperti, connessioni fra il mondo della moda e del lusso, meeting di buyers, nuove mete del vino da percorrere studiando alternativi moduli di “scambio”: soprattutto Russia, Cina e Canada. Mercati così lontani che potrebbero vicini: basta convincerli a collegarsi con Milano rigorosamente con un calice di vino italiano in mano. Se a stappare l’incontro e la degustazione sarà un pc, una connessione, una mini telecamera digitale, il gioco è fatto e non si rischia nulla. È il mondo del Wine Digital Fair, un nuovo modo di lavorare. Come se il vino e la sua filiera puntassero verso un innovativo Smart Wine Work Digital. Per trovare una strada diversa senza ostacoli pandemici.

 

La carta dei vini digitali propone degustazioni che sfruttano una nuova gigantesca piattaforma on line capace di soddisfare tutte le esigenze dei The Winers, nuova categoria (generazioni) a cui si rivolge la Milano Wine Week, fatta di chi fa il vino, di chi lo vende, di chi lo promuove, di chi lo ama semplicemente e di chi sa come servirlo e raccontarlo in un calice – più che mai pieno di vino italiano di qualità – per fronteggiare anche così una crisi economica mondiale, che coinvolge un prodotto top made in Italy.

  

Brindiamo al coraggio e all’intraprendenza di Milano Wine Week, ha detto unendosi ad un coro di applausi anche istituzionali Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini. Lo ha detto nel corso della conferenza stampa di presentazione, a Milano, in una organizzatissima anti-Covid sala convegni di Confcommercio in corso Venezia. E ha spiegato, guardando ai numeri: Sappiamo bene che stiamo parlando di un momento cruciale per il settore che vede 38 milioni e mezzo di ettolitri di vino fermi nelle cantine italiane, al quale se ne stanno aggiungendo altri 42 milioni. Sono cifre assurde. Per un settore che non ha potuto sfruttare i 150 milioni di euro messi a disposizione dal Ministero per la distillazione, per due terzi inutilizzati perché di fatto incentivi inutilizzabili. In Italia siamo ancora i primi produttori di vini al mondo (il confronto è sempre con la Francia, ndr) ma dobbiamo superare il problema enorme di riportare sul mercato questo vino".

 

È un mercato che vale 13 miliardi di euro di fatturato – spiega Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricotura - in Italia su 20 ettari coltivati uno è di vite. Una ricchezza importante. 

 

È la terra del vino questa Italia che lotta ripartendo da Milano per un valore che deve andare oltre la cifra economica: perché promuove l’Italia e lo stile di vivere italiano. Un’impresa. Sa proprio di impresa in tutti i sensi il cocktail, il blend, la cuvée a cui si ispira Milano Wine Week. Un’impresa di chi è consapevole che oggi c’è da affogare in un mare di vino italiano che non si riesce a vendere ma bisogna pur inventare qualcosa.

 

E allora cosa fare? "Puntare su un modello di sviluppo economico nuovo su cui prendere le misure anche per il futuro – dice Federico Gordini presidente di Milano Wine Week  – puntare su una vetrina straordinaria come Milano per un settore di eccellenza tanto quanto il fashion o il lusso, con una edizione che sposa un nuovo modo di fare promozione e commercializzazione digitalizzata".

 

Fra i partner di Milano Wine Week ci sono i Consorzi italiani, le denominazioni, che si propongono attraverso 6 Wine District, veri e propri sodalizi tra un quartiere e i suoi bar, ristoranti ed enoteche che promuovono i vini dei Consorzi di tutela. 

 

Per animare una Milano che torna a bere, meglio degustare grazie al primo evento vinicolo internazionale del 2020.

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