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editoriali
La pace “non come la dà il mondo”
Nel suo primo Natale da pontefice, Papa Leone XIV ha invocato pace e giustizia, chiedendo attenzione per i conflitti in Medio Oriente e per il popolo ucraino. Una prima volta segnata dal suo realismo cristiano, lontano dalle soluzioni facili quanto irrealizzabili alla Benigni
Le solenni celebrazioni del Natale sono state le prime da pontefice per Leone XIV e molta era l’attenzione per come avrebbe declinato il suo messaggio ai fedeli e al mondo. Nella festa che annuncia “pace in terra agli uomini che egli ama” era scontato che la parola ricorrente fosse “pace”, e non si comprende il repentino entusiasmo di tanti commenti sui social (“adesso dite che anche lui è un pacifinto?”), quasi Papa Leone avesse dovuto benedire eserciti anziché Bambinelli. In ogni caso, all’inizio dell’omelia nella messa della Notte, ha citato il messaggero di pace di Isaia: “Prorompete insieme in canti di gioia”, e subito dopo Giovanni: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi”. Nel messaggio urbi et orbi ha invocato “giustizia, pace e stabilità per il Libano, la Palestina, Israele, la Siria” e ha affidato l’Europa al “Principe della pace” chiedendogli “di continuare a ispirarvi uno spirito comunitario e collaborativo, fedele alle sue radici cristiane e alla sua storia, solidale e accogliente”. E non ha dimenticato “il martoriato popolo ucraino”. Nell’omelia ha detto: “Il Verbo ha stabilito fra noi la sua fragile tenda. E come non pensare alle tende di Gaza, da settimane esposte alle piogge, al vento e al freddo, e a quelle di tanti altri profughi e rifugiati in ogni continente, o ai ripari di fortuna di migliaia di persone senza dimora, dentro le nostre città?”. E ancora: “Fragili sono le menti e le vite dei giovani costretti alle armi, che proprio al fronte avvertono l’insensatezza di ciò che è loro richiesto e la menzogna di cui sono intrisi i roboanti discorsi di chi li manda a morire”. Niente di più distante delle bellurie di Benigni, che vorrebbe poeticamente abolire la guerra per decreto. Leone ama la pace, ma non “come la dà il mondo”. La ama con il realismo che richiede sacrificio. Infatti tra le poche frasi a braccio pronunciate nei giorni scorsi a Castel Gandolfo, c’è questa: “Tra le cose che mi causano molta tristezza in questi giorni è il fatto che apparentemente la Russia ha rifiutato la richiesta di una tregua di Natale”.