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il concerto
Riccardo Muti riceve il Premio Ratzinger 2025
Muti suona davanti a Leone e a prelati lieti e rilassati: “Santità, l’ho subito amata”. Poi ricorda l'ultimo incontro con Papa Benedetto XIV: "Rimarrà per me e mia moglie un ricordo carico di fede e speranza”
Roma. Tanti applausi e tantissimi sorrisi, stampati sui volti beati di eminenze ed eccellenze, recatesi nell’Aula Paolo VI per assistere al concerto di Natale (era la messa per l’incoronazione di Carlo X composta da Luigi Cherubini nel 1825) diretto da Riccardo Muti con l’Orchestra giovanile Luigi Cherubini e il coro della cattedrale di Siena “Guido Chigi Saracini”. Il quale era lì per ricevere il Premio Ratzinger 2025. Cardinali e vescovi lieti e giocondi, Per la prima volta dopo anni, alla cerimonia ha presenziato il Papa, che prima ha ascoltato l’ora scarsa di musica, quindi ha premiato il Maestro, che poco prima aveva ricordato il suo stretto rapporto con Benedetto XVI. Sant’Agostino, ha detto Leone XIV, “nel suo trattato sulla musica, la chiama scientia bene modulandi, collegandola all’arte di guidare il cuore verso Dio. La musica è una via privilegiata per comprendere l’altissima dignità dell’essere umano e per confermarlo nella sua più autentica vocazione”. “Maestro Muti – ha proseguito il Pontefice – il suo modo di interpretare la direzione, arte dell’ascolto e della responsabilità, trova riscontro anche nella Sua naturale inclinazione alla formazione. Lo dimostrano il suo legame con i conservatori italiani e la pratica delle ‘prove aperte’, offerte come forma di condivisione, dove ogni gesto è un atto di fiducia, un invito più che un comando. Appare così particolarmente coerente l’attribuzione del Premio Ratzinger a chi ha saputo custodire ciò che Benedetto XVI ha sempre considerato il cuore dell’arte: la possibilità di far risuonare, attraverso la bellezza, una scintilla della presenza di Dio”. Accettando il riconoscimento, Muti aveva detto di aver sempre “seguito e ammirato Papa Benedetto XVI, i cui pensieri, riflessioni e meditazioni sono stati e saranno un nutrimento per gli uomini e le donne di buona volontà! L’ultimo incontro privato con Benedetto rimarrà per me e mia moglie un ricordo carico di fede e speranza”. Un incontro dove – ha ribadito in serata – le parole sono state poche, ma quel che è significativo è stato quanto detto, alla fine, da Joseph Ratzinger: “Lasciamolo riposare in pace, il povero Mozart”. Chiaramente, ha sostenuto Muti – che ha subito esplicitato da “fervente cattolico” il suo amore per Papa Leone, l’americano di Chicago, città dove il Maestro è di casa – il Papa emerito concordava sull’esagerazione di certe “ideologie” che si vedono oggi nei teatri più à la page. Non pochi, guardando Prevost lì presente, come del resto era stato presente una settimana fa per il concerto per i poveri con Michael Bublé, sono riandati con la memoria alla sedia lasciata vuota da Francesco nel 2013. Sono passati dodici anni, ma sembra un’èra geologica.
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