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Editoriali

Almeno il Papa parla dei cristiani massacrati

Redazione

Sono tanti i cristiani in giro per il mondo che subiscono le discriminazioni e persecuzioni dei jihadisti. Dopo la morte di Francesco, dentro la chiesa c'era chi dava la colpa ad altri fattori, a cominciare dai cambiamenti climatici, o derubricava la questione a “conflitto sociale”. Oggi, Papa Leone torna a chiamare le cose con il loro nome

“Anche oggi, in diverse parti del mondo, i cristiani subiscono discriminazioni e persecuzioni. Penso, in particolare, a Bangladesh, Nigeria, Mozambico, Sudan e altri paesi, dai quali giungono spesso notizie di attacchi a comunità e luoghi di culto. Dio è Padre misericordioso e vuole la pace tra tutti i suoi figli! Accompagno nella preghiera le famiglie in Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo, dove in questi giorni c’è stato un massacro di civili, almeno venti vittime di un attacco terroristico. Preghiamo che cessi ogni violenza e i credenti collaborino per il bene comune”. Sono bastate poche battute al Papa, al termine dell'Angelus domenicale, per sgomberare il campo dalle ambiguità che da tempo circolano sul martirio di tanti cristiani.

“Più martiri oggi che nei primi secoli”, ripeteva Francesco. Oggi, a Francesco sepolto, dentro la Chiesa c’è la gara a fare i distinguo, a spiegare che in realtà non è una “guerra di religione”, che se tanti cristiani muoiono – specie in Nigeria – è colpa di altri fattori, a cominciare dai cambiamenti climatici, con il segretario di stato, il cardinale Parolin che, a margine della presentazione del apporto di Aiuto alla Chiesa che soffre che rilevava l’avanzata jihadista nell’Africa subsahariana derubricava la faccenda a – “conflitto sociale”, aggiungendo ovviamente che muoiono tanti musulmani (tesi ribadita anche dall’esperto d’Africa padre Giulio Albanese, sempre in prima fila quando si tratta di negare la matrice religiosa del dramma, anche dalle colonne del giornale vescovile). Leone XIV pare avere le idee un po’ diverse: non solo ha parlato di “persecuzioni” patite dai cristiani, ma (cosa inusuale) ha fatto l’elenco dei paesi dove questa è più forte. Il che deve aver creato qualche prurito in certi settori della Segreteria di stato, attentissima nel non urtare le sensibilità più disparate. Il Papa, almeno, chiama le cose con il loro nome.