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Editoriali
Il Vaticano mena il governo sul riconoscimento dello stato della Palestina
Il cardinale Pietro Parolin bacchetta la presidente del Consiglio Meloni: “Prematuro riconoscerla? E perché?”
Il riconoscimento dello stato di Palestina? Noi l’abbiamo già riconosciuto. ‘Da mo’, come dite voi. Per noi quella è la soluzione, cioè il riconoscimento dei due stati che vivono vicino l’uno all’altro in autonomia e sicurezza”. Il cardinale Pietro Parolin, a margine di un evento del Giubileo degli influencer (sì, c’è anche il Giubileo degli influencer), interviene sulla questione tornata alla ribalta dopo l’annuncio del presidente francese Emmanuel Macron. Il segretario di stato non s’è limitato a ciò, ma ha anche espresso perplessità circa la posizione italiana fatta propria dalla premier Giorgia Meloni, che ha definito “prematuro” il passo rilanciato dall’inquilino dell’Eliseo: “Perché prematuro? Secondo noi la soluzione passa tramite il dialogo tra le due parti anche se la situazione in Cisgiordania rende tutto più difficile”.
Insomma, per Parolin la prudenza tattica del governo italiano ha poche ragioni e, ironia della sorte, le sue parole sembrano ricalcare quelle che Elly Schlein ha consegnato l’altro giorno a Repubblica, in un’intervista in cui contestava l’approccio di Meloni al dossier palestinese. E a Palazzo Chigi saranno rimasti colpiti dalla loquacità e fermezza del segretario di stato, che fino al 7 maggio scorso era considerato non solo un “amico” del governo – qualche esponente della maggioranza “tifava” per la sua elezione e neppure troppo velatamente – ma era anche noto per la sua prudenza: mai una parola fuori le righe, nessun acuto, silenzi pressoché tombali sulle questioni più “calde” del pontificato francescano.
Da quando c’è Leone, la musica è cambiata e il segretario di stato parla, anche a costo di scontentare chi lo apprezzava proprio per i toni soft. Dopo aver mostrato dubbi su quello che l’esercito israeliano ha definito “un errore di tiro” contro la chiesa della Sacra famiglia a Gaza, ora dice di non comprendere perché secondo il governo italiano i tempi non siano maturi per il riconoscimento della Palestina. Non succede tutti i giorni che tra le due sponde del Tevere vi siano punti di vista così diversi. E succede ancora meno di frequente che se ne dia pubblicità.