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le reazioni

Un raid israeliano colpisce l'unica chiesa cattolica di Gaza. Morti e feriti. La reazione vaticana

Matteo Matzuzzi

L'idf ha spiegato che si è trattato di "un errore di tiro". La Cei esprime "sgomento" per "l'inaccettabile attacco". Il duro tono della nota della diocesi di Roma che chiede "misure diplomatiche per arrestare questo deplorevole bagno di sangue". L'appello di Papa Leone XIV

Stamattina, verso le 10.20 ora locale, un raid israeliano ha colpito l’unica parrocchia cattolica di Gaza, quella della Sacra Famiglia. Almeno tre i morti, nove i feriti (di cui uno in condizioni critiche e due gravi). Colpito in maniera lieve anche il parroco, padre Gabriel Romanelli. L’edificio, che ospita mezzo migliaio di sfollati, ha subìto danni materiali. L’Idf ha spiegato che si è trattato di “un errore di tiro”. Il Patriarcato di Gerusalemme ha diffuso una nota in cui “condanna fermamente questa tragedia e questo attacco contro civili innocenti e un luogo sacro. Tuttavia,  questa tragedia non è più grande né più terribile di molte altre che hanno colpito Gaza. Molti altri civili innocenti sono stati feriti, sfollati e uccisi. La morte, la sofferenza e la distruzione sono ovunque. E’ giunto il momento che i leader alzino la voce e facciano tutto il necessario per porre fine a questa tragedia, che è umanamente e moralmente ingiustificabile”.

Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha denunciato su X quello che è “un atto grave contro un luogo di culto cristiano”, sottolineando che “gli attacchi dell’esercito israeliano contro la popolazione civile a Gaza non sono più ammissibili”. Poco dopo, è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni: “I raid israeliani su Gaza colpiscono anche la chiesa della Sacra Famiglia. Sono inaccettabili gli attacchi contro la popolazione civile che Israele sta portando avanti da mesi. Nessuna azione militare può giustificare un tale atteggiamento”. Interpellato dai media vaticani, il Patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha ricostruito i fatti: “Dicono che si sia trattato di un errore da parte di un tank israeliano, ma non lo sappiamo, ha colpito la chiesa, direttamente la chiesa”. Attraverso un telegramma firmato dal segretario di stato, il cardinale Pietro Parolin, il Papa ha assicurato “a padre Romanelli e a tutta la comunità parrocchiale la sua vicinanza spirituale”, rinnovando l’appello “per un cessate il fuoco immediato” ed esprimendo “la profonda speranza in un dialogo, una riconciliazione e una pace duratura nella regione”.

A stretto giro anche la Presidenza della Cei ha diffuso un comunicato in cui esprime “sgomento” per “l’inaccettabile attacco”. Dopo aver espresso una ferma condanna e l’auspicio che si avvii presto un “negoziato, unica strada possibile per giungere alla pace”. La Cei ringrazia la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei) Noemi Di Segni, che in un comunicato ha sottolineato quanto “il rispetto e la protezione dei luoghi religiosi, di qualunque fede essi siano, sono fondamentali per la convivenza, la dignità umana e la speranza di pace”. Di tono ben più duro quanto scritto dalla diocesi di Roma in una nota diffusa nel pomeriggio: “Dopo 600 giorni di guerra e oltre sessantamila morti palestinesi, la comunità internazionale ha l’obbligo di adottare tutte le misure diplomatiche per arrestare questo assurdo e deplorevole bagno di sangue”. Non è la prima volta che la chiesa viene colpita: nel dicembre del 2023, una madre e sua figlia furono colpite da un cecchino israeliano appena uscite dal complesso della Sacra Famiglia. 

  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.