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l'incontro

L'eccezione del Papa: è in vacanza ma riceve Zelensky a Castel Gandolfo

Matteo Matzuzzi

Leone XIV apre le porte della residenza estiva al presidente ucraino, che lo invita a Kyiv. In due mesi di pontificato, Papa Prevost ha già incontrato due volte il leader ucraino

Due settimane di relax a Castel Gandolfo senza udienze a dignitari stranieri. Con una eccezione: questa mattina, Leone XIV ha accolto a Villa Barberini Volodymyr Zelensky, che lo ha invitato a visitare l’Ucraina. “Nel corso del cordiale colloquio – recita il comunicato di rito diffuso dalla Sala stampa vaticana – si è ribadita l’importanza del dialogo come via privilegiata per porre fine alle ostilità. Il Santo Padre ha espresso dolore per le vittime e rinnovato la propria preghiera e vicinanza al popolo ucraino, incoraggiando ogni sforzo volto alla liberazione dei prigionieri e alla ricerca di soluzioni condivise. Il Santo Padre ha riaffermato la disponibilità ad accogliere in Vaticano i rappresentanti di Russia e Ucraina per i negoziati”. Da parte sua, Zelensky ha definito “molto sostanziale” la conversazione avuta al riparo da orecchi indiscreti (i due hanno conversato in inglese). 

“Apprezziamo – ha scritto Zelensky su X –  tutto il sostegno e ogni preghiera per la pace in Ucraina. La proposta di tenere incontri a livello di leader in Vaticano rimane aperta e del tutto possibile, con l’obiettivo di fermare l’aggressione russa e raggiungere una pace stabile, duratura e autentica. Al momento, solo Mosca continua a respingere questa proposta, così come ha rifiutato tutte le altre iniziative di pace. Continueremo a rafforzare la solidarietà globale affinché la diplomazia possa ancora avere successo. Ho ringraziato in modo particolare il Papa per il suo sostegno ai bambini ucraini, in particolare a quelli restituiti dalla prigionia russa. I bambini ucraini hanno ora l’opportunità di riabilitarsi e riposarsi in Italia, e tale ospitalità e sincerità sono estremamente importanti. Oggi abbiamo anche discusso dei continui sforzi del Vaticano per aiutare a riportare a casa i bambini ucraini rapiti dalla Russia”. Infine, ha aggiunto Zelensky, “ho parlato con Sua Santità del profondo rispetto che la società ucraina nutre per Andrey Sheptytsky –  per le sue azioni, incluso il salvataggio degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale e la sua difesa della fede cristiana. Speriamo che il contributo e i meriti del metropolita Sheptytsky ricevano il riconoscimento che meritano”. 

Si tratta solo dell’ennesima dimostrazione di vicinanza di Leone XIV all’Ucraina. In due mesi di pontificato ha già incontrato due volte il presidente ucraino (la prima, il giorno stesso della messa per l’inizio del ministero petrino, il 18 maggio), ha ricevuto in varie circostanze l’arcivescovo maggiore di Kyiv, Sviatoslav Shevchuk, ha salutato i pellegrini ucraini nella basilica vaticana e, soprattutto, ha manifestato in udienze, angelus e Regina Coeli (a cominciare dal primo dopo l’elezione) che le idee sul conflitto sono a lui molto chiare: “L’invasione imperialista” è stata scatenata da Mosca che, come detto nel corso della telefonata a Putin, deve ora fare un gesto “che favorisca la pace”. 

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.