(foto Ansa)

editoriali

Il realismo del Papa sulla guerra

Redazione

Nella sua prima intervista, Leone non cita né bandiere bianche né genocidi

Papa Leone XIV ha visitato ieri mattina il Centro della Radio Vaticana a Santa Maria di Galeria e poi (a sorpresa) si è fermato a rispondere alle domande del vaticanista del Tg1, Ignazio Ingrao. Diversi i temi toccati dal Pontefice, dall’ambiente alla cura del creato, ma soprattutto le guerre che infiammano il pianeta: una situazione “veramente preoccupante. Giorno e notte cerco di seguire quello che sta succedendo in tante parti del mondo. Si parla soprattutto del Medio oriente oggi, però non è soltanto lì. Come ho detto  nell’udienza (l’udienza generale di mercoledì, ndr), vorrei rinnovare questo appello per la pace. Cercare a tutti i costi di evitare l’uso delle armi e cercare attraverso gli strumenti diplomatici il dialogo. Ci mettiamo insieme a cercare soluzioni. Ci sono tanti innocenti che stanno morendo e bisogna promuovere la pace sempre”.

 

Papa Prevost non s’addentra nei complicati meandri dell’uno o dell’altro conflitto, non parla di bandiere bianche o dà il proprio consenso a indagini su genocidi vari come se fosse ospite di un talk-show televisivo, ma ragiona in modo onnicomprensivo e da qui fa scaturire l’appello per la pace. Mercoledì, infatti, dopo la catechesi Leone XIV aveva citato sia Papa Francesco sia il celeberrimo “nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra” di Pio XII. Il Pontefice è realista, vede la situazione compromessa e invita a “cercare soluzioni”, consapevole della difficoltà che la diplomazia ha in questo particolare frangente della storia. Ancora una volta, dalle parole di Leone emerge poca voglia di intestarsi campagne “pacifiste” in prima persona, preferendo invece far lavorare a fari spenti  i tradizionali canali della Santa Sede, a cominciare dalla Segreteria di stato.  Si vedrà quanto tale strada sarà perseguita con successo. 

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