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L'editoriale dell'elefantino

Superare l'èra della lagna e ridare la Chiesa ai cattolici. Vaste programme. Magari Papa Prevost ci riesce

Giuliano Ferrara

Colpiscono del nuovo Pontefice il sorriso levigato e una bonarietà non affettata. E il tono promette almeno un governo della parola forse non così profetico ed enfatico, ma attento. Vedremo

Con un effetto di sorpresa degno del Belli, i sorcetti cardinali si sono sbrigati e hanno spinto sulla Loggia delle Benedizioni un principe di Curia elegante, mozzetta stola e rocchetto al posto loro, molto latino benedicente, opportuna indulgenza, e un’Ave Maria in coro dedicata alla Madonna devozionale di Pompei, personalità autonoma fin dal nome leonino che si è scelto, bellissimo viso, sguardo non tormentato, leggermente malinconico, come dovuto da un agostiniano (Lutero era di quel giro, ma malinconico non era, piuttosto era un furioso di Dio), attitudine aperta al mondo come un bravo manager di Goldman Sachs (blasfemia) e in contraddizione con dodici anni di tiritere e filastrocche pauperiste e pacifiste e buongiorno e buonasera. La pace che augura a tutti, mentre le riprese televisive lo trasformano immediatamente in un buon film o nella prima puntata di una buona serie, è subito congiunta alla Resurrezione di Cristo, di cui Mr. Prevost è notoriamente ora il vice o vicario, e l’emozione dello sguardo di questo eminentissimo ex cardinale, scelto da Francesco in un momento di lucidità e di attenzione alla situazione del clero americano, non appartiene al traffico o spaccio delle emozioni correnti.

Il Cretino Collettivo è rimasto di stucco, e io faccio parte della categoria. Se ne era parlato, ma così, tanto per spifferare e dire, visto che era un potente del Collegio, uno con la fama di riservato e di centrista, uno non affiliato e solo da un paio d’anni corresponsabile della gestione di una casa sull’orlo del fallimento, Chapter 11. 

Colpiscono del nuovo Papa il sorriso levigato e una bonarietà non affettata, farà saltare in aria i bambini, proteggerà com’è giusto i poveri, che mai un cristiano ha il diritto di dimenticare, ma ha l’aria di credere in Cristo e nell’istituzione alla stessa stregua, e il tono promette bene, molto bene, promette almeno un governo della parola forse non così profetico ed enfatico ma attento. Vedremo, ovviamente. Il ruolo fa il Papa quanto il Papa fa il ruolo. Il bisogno di stabile normalità e di rigore, anche di eleganza e rispetto della forma cattolica e di fede, non è mai stato così evidente, e questa scelta abbastanza svelta e laterale e nuova dei Signori Cardinali sembra ispirata alla sua soddisfazione.

L’elemento leonino fa pensare a una sinodalità corretta dall’idea fissa del Magno, la supremazia papale, cum Petro ma sub Petro, e pensando all’Ottocento basta ricordare che il predecessore onomastico di Papa Prevost fu un Pontefice moderno, Leone XIII, creato cardinale da Pio IX, un tipo tosto e molto sveglio, l’uomo del Sillabo e del dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, decisamente premoderno. Un politico americano di quelli che hanno perso contro Trump (che come al solito con il suo meme ha aperto la strada bouffonne al riso e allo sberleffo) direbbe a proposito del nuovo abitatore di talare bianca e mozzetta che le vibrazioni sono quelle giuste. Non tira aria di conformismo, l’impressione è che sia al limite dell’esaurimento l’epoca breve ma intensa e noiosa della lagna e che questo Papa possa darsi da fare per rimettere in rotta la barca dispersa nell’alto mare della chiacchiera esistenziale ed emozionale. Ridare la Chiesa ai cattolici, vaste programme. Magari Papa Prevost ci riesce.

 

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  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.