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Cosa pensa un cardinale che deve votare un Papa
Geopolitica, vocazioni, periferie, fede in declino. Nel calderone delle questioni aperte si nasconde il nome del futuro Pontefice. Un estratto da "Conclave", il podcast del Foglio scritto e letto da Matteo Matzuzzi
Cosa pensa un cardinale quando deve decidere a chi deve accordare la propria preferenza, sotto il Giudizio universale di Michelangelo nella Cappella Sistina? Non è tanto semplice. Che tutto non sia così chiaro lo si capisce dalla mole di interventi cardinalizi nelle congregazioni generali di questi giorni, in cui si è parlato di tantissimi temi: dalla evangelizzazione agli scandali finanziari, fino al valore della sinodalità.
Questo ci dà l'idea del difficile lavoro dei 133 che dovranno scegliere il successore di Pietro. Per farlo, servirà avere dei criteri chiari in mente. La storia, poi, ci consegna conclavi piuttosto turbolenti. Durò 6 mesi quello avviato nel 1740 per eleggere Benedetto XIV, Prospero Lambertini: 255 scrutini, ingerenze delle potenze straniere e 4 cardinali morti in corso d'opera. Questa, e tante altre curiorità, sono in "Conclave", il podcast del Foglio scritto e letto da Matteo Matzuzzi.


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