Matteo Zuppi (Ansa)

Editoriali

Le rivolte sinodali alla Cei

Redazione

Salta il documento assembleare: troppo soft per i cultori del Cammino tedesco. I gruppi di lavoro chiedono di approfondire aspetti come la responsabilità ecclesiale e pastorale delle donne e l'accompagnamento delle persone in situazione affettiva particolare

Una scossa tellurica ha disturbato i lavori dell’Assemblea sinodale della Conferenza episcopale italiana, con la rivolta – si fa per dire – della Chiesa “di base” che ha bocciato il testo presentato dai vertici. Il presidente Matteo Zuppi parla di “palestra di sinodalità” e di un’assemblea caratterizzata da “vivacità prorompente” (il che è già una notizia, dato il torpore del cosiddetto laicato attivo italiano). Sta di fatto che il documento finale dovrà essere riscritto da capo e messo in votazione il 25 ottobre. Un testo troppo soft per la platea dei delegati, che non ha mancato di far notare il suo disappunto: “I momenti di tensione fanno parte da sempre dei percorsi sinodali e sono esperienze spirituali, se vissuti – come è successo in questa Assemblea – in modo costruttivo”, ha detto mons. Erio Castellucci, presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale.

Troppi gli emendamenti proposti al testo finale per procedere come se nulla fosse. Di qui la scelta di ripartire da capo. I gruppi di lavoro chiedevano di approfondire tematiche quali “la responsabilità ecclesiale e pastorale delle donne”, il “rinnovamento sinodale e missionario della mentalità e della prassi pastorale”, “l’accompagnamento delle persone in situazione affettiva particolare”. Qualche delegato, evidentemente, deve aver preso appunti dai lavori del fallimentare Cammino sinodale tedesco (che Papa Francesco ha già liquidato come “poco cattolico”), tanto da portare in Italia questioni del tutto lecite per simposi accademici e dotte riflessioni socio-teologiche ma che non affrontano il tema fondamentale: che in chiesa, anche alle nostre latitudini, ci va sempre meno gente e che del rinnovo della “mentalità e della prassi pastorale” forse può interessare qualche attempato delegato laico ma non di certo chi tra un portale aperto di una chiesa e un bar preferisce quest’ultimo. Quando si affronterà il tema della “proposta” cristiana, forse si riusciranno anche a far emergere soluzioni da questi riti assembleari.

Di più su questi argomenti: