Bandiera Bianca

Dio non giudica nessuno (nemmeno gli acquerellisti)

Antonio Gurrado

La valutazione e la critica a cui si sottopone una persona che ci lascia si scontra con la parte del cristianesimo più difficile da accettare: il Signore ci ama esattamente per quello che siamo

Passo davanti a una chiesa e “conosciuto acquerellista locale”, recita un annuncio mortuario sotto il nome del defunto. Me ne rammarico per tre motivi, uno per parola. Essere conosciuti, quando smettiamo di respirare, cambia radicalmente senso: sulla terra significa essere sottoposti a vaglio e critica; in cielo, significa essere finalmente riconosciuti per ciò che solo noi sappiamo di noi stessi. E, come diceva credo il cardinale Newman, la parte più difficile da accettare di tutto il Cristianesimo è che Dio ama ciascuno di noi esattamente così com'è. Inoltre, liberandoci dal peso del corpo l’aldilà, ci svincola dall’essere locali, dalla portata limitata della provincia o della conventicola, e ci garantisce invece il sollievo triplo di essere altrove, ovunque e in nessun luogo.

Soprattutto, però, da morti non dobbiamo fare niente, non dobbiamo dimostrare di cosa siamo capaci. Non abbiamo più bisogno del lavoro per dare un senso alla nostra identità né di riscattarci attraverso un hobby più o meno malriuscito. Se c’è una cosa consolante che sappiamo sulla morte, è che Dio non ci giudicherà per i nostri acquerelli.

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