editoriali

Un altro terremoto nella Chiesa francese

Redazione

Il cardinale Ricard ammette: “Condotta riprovevole nei riguardi di una minorenne”

Il presidente della Conferenza episcopale francese, mons. Eric Moulins-Beaufort, parla da Lourdes dove da una settimana sono riuniti i vescovi locali. Alla stampa conferma che undici vescovi, alcuni emeriti, sono implicati in casi di violenze sessuali. Tra di essi, anche il cardinale Jean-Pierre Ricard, arcivescovo emerito di Bordeaux che ha ammesso tutto con un comunicato: “Oggi, quando la Chiesa in Francia ha voluto ascoltare le vittime e agire nella verità, ho deciso di non nascondere più la mia situazione e di mettermi a disposizione della giustizia tanto sul piano della società quanto su quello della Chiesa. Questo approccio è difficile. Ma prima c’è la sofferenza vissuta dalle vittime e il riconoscimento degli atti commessi, senza voler nascondere la mia responsabilità”.

 

Ricard ha ammesso di avere avuto una “condotta riprovevole” con una ragazza di quattordici anni quand’era parroco, più di tre decenni fa. Il Papa, pochi giorni fa, proprio ai vescovi francesi aveva inviato una lettera in cui esigeva vicinanza alle vittime degli abusi. Domenica, tornando dal Bahrein, Francesco aveva detto che con “lo scandalo di Boston ai tempi del cardinale Law la Chiesa ha preso conoscenza di questo e ha cominciato a lavorare, mentre nella società e in altre istituzioni normalmente si copre”.

    

“Qualcuno – ha aggiunto Francesco –  dice che noi siamo una piccola minoranza, ma (io dico) se fosse anche un solo caso sarebbe comunque tragico”.

 

La Chiesa francese non riesce a riprendersi da quanto emerso nel rapporto Sauvé, pubblicato un anno fa, secondo il quale negli ultimi settant’anni si erano verificati circa 216 mila abusi di membri del clero. Una relazione con parecchie zone d’ombra (i questionari anonimi, ad esempio), tant’è che la Conferenza episcopale italiana ha scelto un’altra strada per indagare sugli abusi, limitandosi agli ultimi due decenni. Oltralpe, il rapporto ha determinato il mea culpa corale dell’intero episcopato, pronto a vendere gli edifici sacri per ripagare le vittime.

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