Il realismo di Gianfranco Ferroni a Saravezza e quello inglese alla Tate Britain

Luca Fiore

Due mostre da visitare nel weekend

Raffinato, preciso, profondo. Il realismo di Gianfranco Ferroni è silenzioso e metafisico. Saravezza gli dedica una retrospettiva che vale la trasferta in Versilia. Alla Biennale del ’68, quella della solidarietà degli artisti con gli studenti caricati dalla polizia, Ferroni fu l’unico a esporre le opere girate verso il muro per tutta la durata della rassegna. A Saravezza quei due quadri tornano a essere esposti recto verso. Oggi, da politico, quel gesto si fa poetico. E non solo perché mima l’ingiusto nascondimento della sua opera tutta.

Saravezza (Lucca), Palazzo Mediceo. “Gianfranco Ferroni. Prima e dopo la Biennale del ’68. Tutto sta per compiersi”. Fino al 16 settembre

info: palazzomediceo.it

 

 


 

Ultima chiamata per il realismo inglese alla Tate Britain. Oddio, realismo. Il titolo della mostra suggerisce un termine più preciso: vita. Oltre i giganti Bacon, Freud, Auerbach si arriva fino a Cecily Brown e Jenny Saville. I pezzi vengono quasi tutti dai depositi della Tate, anche se spicca quel “Reverse” della Seville della collezione personale di Larry Gagosian. Che cosa hanno in comune questi artisti? Teniamo conto che l’Inghilterra è il paese per il quale la regina Elisabetta e i Sex Pistols sono le facce della stessa medaglia. E la medaglia della pittura inglese è preziosissima.

Londra, Tate Britain. “All Too Human. Bacon, Freud and a Century of Painting Life”. Fino al 28 agosto

info: tate.org.uk