La Bbc molla lo storico servizio meteo asservito al pensiero unico green

Piero Vietti
Se parlare del tempo è l’ossessione preferita degli inglesi, lamentarsi delle previsioni sbagliate della Bbc è probabilmente la seconda. Così esordiva due giorni fa un articolo di commento del Daily Mail a una decisione storica appena presa dalla televisione pubblica inglese: interrompere dopo quasi 94 anni di collaborazione il contratto con il Met Office per le previsioni del tempo.

Se parlare del tempo è l’ossessione preferita degli inglesi, lamentarsi delle previsioni sbagliate della Bbc è probabilmente la seconda. Così esordiva due giorni fa un articolo di commento del Daily Mail a una decisione storica appena presa dalla televisione pubblica inglese: interrompere dopo quasi 94 anni di collaborazione il contratto con il Met Office per le previsioni del tempo. Stiamo parlando del servizio meteorologico nazionale del Regno Unito, fondato nel 1854. Un’istituzione che i britannici conoscono da sempre, che addirittura permise di scegliere il giorno (meteorologicamente) adatto per lo sbarco in Normandia. A parte avere sottovalutato, due ore prima che si scatenasse, il grande uragano che colpi l’Inghilterra nel 1987, il Met Office paga la colpa gravissima di avere rovinato molti fine settimana a camperisti, sportivi e amanti del barbecue, prevedendo bel tempo quando poi avrebbe piovuto e viceversa. Inaccettabile, in un’epoca in cui crediamo verità rivelata e immutabile qualunque previsione sul clima che ci sarà nel 2050 e oltre.

 

Fatto sta che senza spiegazioni troppo approfondite, la Bbc ha salutato il Met Office: dal prossimo anno sarà qualcun altro a dare notizie incerte su pioggia e sole agli inglesi, che almeno non costerà milioni di sterline. Ma secondo alcuni non sarebbe solo una questione di pessimo rapporto qualità/prezzo ad aver convinto la Bbc a cambiare: tre settimane fa, sul canale radio Bbc 4, era andata in onda una puntata del programma “What’s the Point of…?” critica nei confronti del Met Office. A condurlo c’era Quentin Letts, caustico columnist del Daily Mail, che durante la trasmissione ha demolito metodi e risultati del Met Office, la cui colpa – secondo Letts – è quella di essersi buttato troppo sulle previsioni catastrofiste e a lungo termine, dimenticando quelle a breve termine. “Io non voglio essere accusato di avere affossato un’istituzione britannica le cui previsioni ci hanno resi sicuri per molti anni e che hanno contibuito a sconfiggere Hitler”, ha scritto Letts sul Daily Mail. “Il Met Office deve prendersela con se stesso e con chi l’ha difeso in modo miope in questi anni”.

 

Secondo il columnist del popolare tabloid, negli ultimi tempi sembrava che le previsioni del tempo fossero scritte dallo stesso autore che nella Genesi ha raccontato la storia dell’arca di Noè. Nella trasmissione che secondo alcuni ha aperto gli occhi ai vertici della Bbc (che però smentisce), Letts sottolineava un fatto che chiunque segua le notizie sui cambiamenti climatici non può non aver notato: il Met Office negli anni si è trasformato sempre più in un istituto di previsioni a lungo termine sul clima, diventando spesso punto di riferimento per i sacerdoti del global warming grazie ai suoi studi sulle temperature del futuro rilanciati con toni drammatici dai media di tutto il mondo.

 

[**Video_box_2**]A Londra e dintorni non tutti hanno preso bene questo divorzio tra due istituzioni secolari britanniche, e c’è persino chi parla di sicurezza del paese a rischio, come il deputato laburista Ben Bradshaw che ha fatto appello al governo perché il Met Office non venga screditato da questa decisione. Il problema però resta. Come proseguiva Letts nel suo articolo, negli ultimi anni il Met Office ha smesso di essere un’istituzione super partes e un osservatore spassionato delle dinamiche meteorologiche per sostenere apertamente un’agenda green e combattere i cambiamenti climatici, diventando di fatto un attore politico. Se a tutto ciò si aggiunge il costo elevato del servizio offerto e i continui errori nel prevedere che tempo farà nel fine settimana, la decisione della Bbc non pare così strana, conclude il Daily Mail.

  • Piero Vietti
  • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.