Prospettive distopiche

“Anziché l'ascensore le diamo l'eutanasia”. Paura per i disabili in Canada

Giulio Meotti

E uno dei responsabili dell’eutanasia in Olanda avverte: “La situazione è fuori controllo, in alcune parti dei Paesi Bassi fino al 15 per cento dei decessi sono il risultato di morti intenzionali”

Simons, un importante rivenditore di moda canadese, ha realizzato un filmato tre minuti per sostenere l’eutanasia di una donna di 37 anni, Jennyfer Hatch. In un’intervista al National Post canadese, il capo di Simons ha affermato che il film voleva “costruire le comunità in cui vogliamo vivere domani e lasciare ai nostri figli.” Il messaggio del video è chiaro: la santità dell’eutanasia. “Negli ultimi anni, il Canada ha stabilito alcune delle leggi sull’eutanasia più permissive al mondo, consentendo agli adulti di cercare il suicidio assistito dal medico o l’eutanasia diretta per molte forme diverse di sofferenza grave, non solo per malattie terminali” scrive Ross Douthat sul New York Times.

 

Nel 2021, oltre diecimila persone hanno concluso la loro vita in questo modo. Un’ulteriore espansione, che consentirà l’eutanasia per condizioni di salute mentale, entrerà in vigore nel marzo prossimo e si sta valutando la possibilità di consentire l’eutanasia per i minori “maturi”. “Nell’era del populismo c’è un vivace dibattito su quando una democrazia cesserà di essere liberale” scrive Douthat. “Ma il progresso dell’eutanasia pone una domanda diversa: cosa succede se una società rimane liberale ma cessa di essere civilizzata?”. Non è barbaro riconoscere le scelte difficili nelle cure del fine vita, “ma è barbaro stabilire un sistema burocratico che offra la morte come un trattamento affidabile per la sofferenza. Quando 10mila persone si avvalgono del  sistema di eutanasia ogni anno, sei già entrato nella distopia. I diritti umani comprendono il diritto all’autodistruzione?”. 


Una veterana dell’esercito campionessa paraolimpica ha raccontato che funzionari del governo canadese si sono offerti di darle l’eutanasia mentre lottava per avere un ascensore per sedie a rotelle nella sua casa. Il caporale Christine Gauthier, che ha gareggiato alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016, ha testimoniato che l’anonimo assistente sociale per gli affari dei veterani si era offerto per iscritto di fornirle un dispositivo per la morte assistita. Gauthier ha affermato di aver scritto al primo ministro Justin Trudeau, che si è fatto fotografare su una sedia a rotelle per portare solidarietà ed empatia ai disabili. Trudeau ha risposto che il caso Gauthier è “assolutamente inaccettabile”. 


Intanto, sul Monde, uno dei responsabili dell’eutanasia in Olanda, Theo Boer, avverte: “Ho lavorato dal 2005 al 2014 per le autorità preposte al monitoraggio dei casi di eutanasia. Ero convinto che gli olandesi avessero trovato il giusto equilibrio tra compassione, rispetto per la vita  e garanzia delle libertà individuali. Ora sono sempre più preoccupato”. L’Olanda ha assistito a un drammatico aumento del numero di casi di eutanasia da duemila nel 2002 a 7.800 nel 2021. “In alcune parti dei Paesi Bassi, fino al 15 per cento dei decessi sono il risultato di morti intenzionali. Il direttore dell’Euthanasia Expertise Center - che fornisce supporto alla morte assistita a più di mille pazienti all’anno - prevede che il numero di eutanasie raddoppierà nel prossimo futuro”.

   

Boer dice che l’Olanda ha deciso di includere anche i pazienti psichiatrici. “Questo ha creato un pendio scivoloso con problemi legali, rendendo i prossimi passi facilmente prevedibili. Perché consentire la morte  solo a chi soffre di una malattia, e non a chi soffre di mancanza di senso, emarginazione, solitudine e della vita stessa?”. L’idea che la morte assistita riduca il numero di suicidi è falsa. “Le statistiche olandesi raccontano una storia diversa. Mentre la percentuale delle eutanasie sul numero totale dei decessi è aumentata dall'1,6 per cento del 2007 al 4,8 del 2021, anche il numero dei suicidi è aumentato, con un aumento del 27 per cento”. La morte è una signora molto esigente. Quando la si incorpora nel diritto, ogni “limite” è scritto sulla sabbia.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.