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Bandiera Bianca

Se non viene Gesù a salvarci chi lo farà? Il caso della culla senza Bambinello

Antonio Gurrado

A causa delle guerre e del calo delle nascite, il parroco di Terlizzi ha scelto di non mettere la statua del figlio di Dio nella mangiatoia del presepe parrocchiale. Ma il senso religioso del Natale ruota attorno all’incarnazione, che è un’àncora di salvezza, non un premio per buona condotta

Fa scalpore il caso di un parroco di Terlizzi, provincia di Bari, che ha lasciato vuota la culla del Bambinello nel presepe esposto davanti alla chiesa. Le ragioni dell’assenza, ha spiegato, sono varie: le guerre in Terrasanta, in Ucraina, in Sudan; il calo delle nascite; la vacuità del turbinio di auguri privi di significato su Whatsapp. Se l’azione del parroco sia conforme alla dottrina lo stabilirà, nel caso, il vescovo (la diocesi è di Molfetta); se sia efficace lo scopriremo a Natale dell’anno prossimo, qualora nel frattempo da Terlizzi fosse partito un contingente di pace, o un significativo incremento demografico, o almeno qualche messaggio augurale non meramente decorativo. Qui mi basta far notare come però tutto il senso religioso del Natale ruoti attorno all’incarnazione, che è un’àncora di salvezza, non un premio per buona condotta. Una lettura anche superficiale della Bibbia denota come Gesù non sia nato per congratularsi con un’umanità impeccabile, bensì per scontrarsi con un’umanità ostile (scrive Giovanni evangelista: “Venne fra i suoi, ma i suoi non l’hanno accolto”) e – in generale – per rinnovare l’alleanza con Dio tradita più volte. Oggi siamo fallibili, miserabili e pessimi come duemila anni fa, e come in ciascuno dei duemila anni intercorsi. Ma, se nessuno viene a salvarci, come ci salveremo?

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