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bandiera bianca

Piccioni impiccioni. I volatili spia di Mosca e la nostra tecnologia, che è già orwelliana

Antonio Gurrado

Un’azienda russa specializzata in neurotecnologie ha impiantato nei piccioni un dispositivo che consente di determinarne il volo, utilizzandoli come fossero droni. È facile immaginare un piano inclinato che ci conduca chissà dove

La Russia sta testando un nuovo sistema di biodroni: è rimbalzata ovunque la notizia che un’azienda moscovita specializzata in neurotecnologie ha impiantato nei piccioni un dispositivo che consente di determinarne il volo, utilizzandoli così per compiti di monitoraggio, sorveglianza, ricerca e magari anche consegna, in uno sviluppo inatteso e (dicono tutti) distopico del piccione viaggiatore ormai démodé. Questa dei piccioni impiccioni è una notizia destinata a destare innumerevoli e corrucciati interrogativi etici, non ultimo quello sulla libertà dei volatili: il dispositivo condizionerà le loro scelte, inducendoli a credere di voler volare nella direzione stabilita dagli oscuri manovratori; per non parlare poi del guaio se, anziché impiegare i biodroni in operazioni di soccorso, qualcuno dovesse utilizzarli per sorvegliare dall’alto gli avversari politici e, magari, scaricare su di loro proiettili di guano. È facile immaginare un piano inclinato che ci conduca chissà dove: dopo i piccioni sarà la volta dei corvi, degli albatros, delle aquile, magari delle insospettabili mucche, di zanzare pronte ad assalti mirati, di cani e gatti infiltrati nei salotti. Pensate se un giorno si finisse per impiantare in mano agli esseri umani un dispositivo atto a mapparne gli spostamenti, a fotografare la realtà circostante, a pubblicarne ogni minimo dettaglio e a commentare tutto continuamente, condizionando le nostre scelte sulla politica, sul denaro, sull’amore. Non sarebbe una terrificante società distopica? 

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