Lo Psycho mantovano, la sposa cadavere e le distorsioni del nostro sdegno online

Tutti a parlare dello Psycho di Borgo Virgilio che, per truffare l’Inps, si è travestito da sua madre, intanto morta e chiusa in cantina; quasi nessuno invece ha prestato attenzione a una storia uguale e contraria diramata dalla Bbc. Pare che un signore cinese, per far durare in eterno l’amore con la moglie morta di cancro, abbia provveduto alla sua ibernazione; e, fin qui, è una storia triste e romantica, oltre che raccapricciante. Diventa molto meno romantica – e molto più triste, e molto più raccapricciante – quando emerge che, passato qualche tempo, detto signore ha conosciuto un’altra donna, si è innamorato e ha dato inizio a una relazione con lei. Apriti cielo. È insorto il web, quella famigerata anima viscerale collettiva e anonima, quello Psycho permanente effettivo in cui siamo tutti travestiti da qualcosa mentre andiamo in giro a cercare vittime da pugnalare: continuando a vivere e ad amare, il signore cinese si è macchiato dell’imperdonabile colpa di avere tradito una persona deceduta, benché fisicamente presente in un congelatore.

Se la cronaca di Borgo Virgilio è commedia all’italiana mescolata con gli horror alla Joe D’Amato, il caso cinese è distopia asiatica all’ennesima potenza, al cui confronto Bong Joon-ho è un affaticato scolaretto. C’è da domandarsi chi si inganni nel modo più inquietante: se il signore cinese che cerca di sconfiggere la morte ma poi viene sconfitto dall’amore, oppure il signore mantovano che più della morte cercava di sconfiggere la previdenza sociale; o forse infine noi stessi, l’opinione pubblica che non batte ciglio se una persona viene infilata in frigo, ma si mette a strillare se qualcuno tradisce la moglie surgelata.