Ansa

Bandiera Bianca

Le imprese di Sinner ci fanno sentire ancora vivi

Antonio Gurrado

Un popolo che seguiva solo il calcio si è scoperto appassionato del nobile tennis. In questa nuova voga tennistica si nasconde la sorpresa di poter tutto a un tratto imparare qualcosa di nuovo. C’è il sugo della vita che è lo stupore di fronte a qualcosa di inatteso e di imprevisto

Sinner ha vinto, viva Sinner e abbasso tutti quelli che, di fronte alla nuova smania che ha preso gli italiani, son lì a criticarli perché, da qualche tempo, un popolo bue che seguiva solo il calcio si è all’improvviso scoperto appassionato del nobile tennis. Certo, nella voga tennistica c’è molto del carattere nazionale che ci induce a correre in soccorso del vincitore e c’è altrettanto della leggerezza peninsulare nel cedere in massa al pour parler di moda in quel momento; così come, non appena l’incolpevole Sinner invecchierà e sprofonderà nella classifica ATP, sarà inevitabile che i suoi più accesi sostenitori gli riservino la fine che già fu di tutti gli acclamati, dei Cola di Rienzo, dei Masaniello, dei Mussolini. Eppure, negli italiani che si scoprono popolo di santi, navigatori e tennisti ravviso qualcosa in più di queste assodate banalità: c’è la sorpresa di poter tutt’a un tratto imparare qualcosa di nuovo e fare qualcosa di diverso, c’è il sugo della vita che è lo stupore di fronte a qualcosa di inatteso e di imprevisto. Se un domani sorgesse in Italia un ipotetico campione di pelota basca o di lacrosse, di bridge o di taekwondo, tutti gli italiani seguirebbero quegli sport esotici e inusitati; e tiferebbero non soltanto per lui, ma per il proprio essere ancora vivi.

Di più su questi argomenti: