Ansa
Bandiera Bianca
La politica nell'èra dei replicanti. In Albania la ministra digitale è "incinta" di 83 cloni
L’assistente virtuale Diella, già nominata ministro, “darà alla luce” 83 repliche digitali che affiancheranno i parlamentari. Ma con una Camera popolata da avatar, la democrazia si moltiplica o si estingue?
Sorge in Albania il sole dell’avvenire. Prima viene creata Diella (in Italiano, appunto, “sole”): un’assistente digitale antropomorfa per guidare nella selva dei servizi pubblici tutti i cittadini che riescono a non farsi distrarre dal dettaglio che indossi abiti tipici. Poi, un paio di mesi fa, Diella viene promossa a ministro digitale, qualsiasi cosa significhi, ricevendo l’incarico di decidere degli appalti pubblici. Adesso Diella è incinta, testuali parole, ossia è in dolce attesa di ottantatré replicanti virtuali che affiancheranno i parlamentari nei lavori sui provvedimenti legislativi. È significativo che una nazione si affidi a un ministro che non esiste: una intelligenza artificiale in costume folkloristico, che ha intrapreso una scalata al potere con un umile ruolo da civil servant, arrivando rapidamente a riempire il Parlamento di suoi discendenti, in pieno familismo amorale. L’AI si era impossessata del potere giudiziario con i primi assistenti automatizzati per il disbrigo di pratiche processuali, onde garantire una giustizia più rapida ed equa; ora tocca a potere esecutivo e potere legislativo, per fugare corruzione o incompetenza. La conseguenza è che chiunque governi tramite AI potrà porsi al di sopra di ogni sospetto: se una decisione risulta presa da un assistente programmato per essere competente, incorruttibile e giusto, non ci sarà mai verso di contraddirla e, probabilmente, non ci sarà nemmeno più bisogno di elezioni. A quel punto, per realizzare lo Stato ideale che l’umanità vagheggia da sempre, basterà sostituire con l’AI anche i cittadini.