bandiera bianca
Il sito con i finti nudi opera dell'AI sono la morte dell'erotismo
Corpi deepfake generati al computer sotto volti di donne reali. Non solo un reato ma anche un paradosso inquietante: per eccitarsi, c’è chi ha bisogno che la fantasia diventi una bugia da condividere. Una resa totale al falso che cancella il rispetto e pure il desiderio
Le braccia, unitamente ad altre parti anatomiche, mi sono cascate apprendendo del sito che pubblica finti nudi di celebrità ricavati con l’AI. Di là dall’evidente reato in cui incorre chi li diffonde (e dall’ancor più evidente svilimento che lede la dignità delle persone interessate), lo stratagemma informatico è deprimente per la sua stessa essenza. Si tratta, in fin dei conti, dello sviluppo dei presunti occhiali ai raggi X pubblicizzati sul retro dei giornaletti di qualche decennio fa. Quelli si rivolgevano a un pubblico di allocchi, convinti che bastasse cambiare lenti per piegare il mondo ai propri desideri e vedere la cassiera del bar in intimo mentre porgeva qualche spicciolo di resto; questo sito e i similari si rivolgono a un pubblico di allocchi, convinti però di cose molto più sofisticate. È infatti oramai persuasione comune che internet sia la verità e che la verità consista nel mostrare pubblicamente ciò che non si vede. Il principio per cui qualcuno dovrebbe incuriosirsi o eccitarsi osservando un corpo falso montato sotto un viso vero è stretto parente del principio per cui qualcuno potrebbe ritenere che, per desiderare una persona attraente, sia necessario rendere oggettiva la fantasia e costruire un’immagine falsa da far circolare come vera. Significa aver rinunciato non solo al discernimento, che consente di distinguere la realtà dall’immaginazione, non solo al buon gusto e al rispetto, che temo siano seppelliti da qualche parte che non ricordiamo più, ma anche all’erotismo. Cioè l’esatto contrario del delegare a una macchina il compito di rivelarci che, senza vestiti, siamo tutti nudi.