Foto dalla pagina Fb del Comune di San Gregorio d'Ippona 

Bandiera Bianca

Perché fa scalpore la foto di una sposa al seggio

Antonio Gurrado

In Calabria una donna vota in abito da sposa e ci sembra un evento eccezionale. Non perché sia bizzarro, ma perché in Italia si vota e ci si sposa sempre meno: due riti di fiducia nel futuro che stiamo lentamente dimenticando

Come mai ci sembra curiosa e insolita la foto dell’elettrice calabrese che si è fiondata ai seggi ancora in abito da sposa, subito dopo avere pronunciato il sì? Perché in Italia si vota sempre meno e ci si sposa sempre meno, dunque trovare qualcuno che faccia entrambe le cose, per giunta nello stesso giorno, è decisamente raro.

 

 

In Calabria l’affluenza è ormai al 43%, in linea col 44% delle elezioni del 2020 e 2021, lontana anni luce dall’82% del 1970, quando le regioni erano una novità e gli italiani avevano ancora voglia di votare. In Italia i matrimoni sono stati 184mila nel 2023 e 173mila nel 2024, perdendo nel giro di un solo anno lo stesso margine perduto nei dieci anni precedenti, visto nel 2013 erano stati 194mila. Nel 2008, anno in cui alle politiche votò l’80% degli aventi diritto, i matrimoni erano stati 246mila e ben 419mila nel 1972, quando si era verificata un’affluenza elettorale del 93%.

Prima che qualche statistico svenga pensando che davvero io reputi correlate le percentuali di sposi ed elettori, mi affretto a specificare che si tratta piuttosto di un’analogia poetica, un correlativo oggettivo che danza attorno ad alcuni elementi comuni: la sfiducia nel futuro, l’eccessiva importanza data alle proprie opinioni, la brama (o la rassegnazione) di farsi gli affari propri e decidere tutto da soli, il timore di dire di sì a qualcuno senza troppo pensare alle conseguenze. Perciò non si convola e perciò non ci si presenta alle urne. Altrimenti, la foto di una sposa al seggio ci sarebbe parsa del tutto normale.

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