
Ritratto di Maria Adelaide di Francia in abito turco, 1753. Galleria degli Uffizi, Firenze
bandiera bianca
Piccolo prontuario di libri benefici
Ecco perché vale la pena di riprendere in mano “Manoscritto trovato a Saragozza” di Jan Potocki, nella sterminata edizione integrale
Piccolo prontuario di libri benefici, mentre un malanno epocale mi impedisce di rendermi conto della realtà circostante. Uno: “Manoscritto trovato a Saragozza” di Jan Potocki (1831). In quest’opera barocca e interminabile, in questo labirinto di racconti che si sovrappongono e si interrompono e si intersecano, vanno letti i brani in cui parla Velázquez. È costui un razionalista che cerca di risolvere tramite la matematica tutte le questioni che affliggono l’essere umano, dall’amore alla guerra, passando per qualsiasi minuzia. Parla anche di felicità, comparandola a una complessa operazione su cifre elevatissime, sufficiente a far di conto per ore e ore. Poi alla fine il calcolo non riesce, dice Velázquez, ma almeno nel frattempo si è passata la giornata a calcolare: così come tutti ci lambicchiamo per tutta la vita sul modo di vivere essere felici fino a che non gettiamo la spugna, ma almeno nel frattempo abbiamo vissuto. Che è poi lo stesso motivo per cui vale la pena di riprendere in mano questo vecchio romanzo, nella sterminata edizione integrale: per settecentocinquanta pagine inseguiamo storie spezzate e ricucite, personaggi che appaiono e scompaiono, situazioni che si sfaldano e si ripetono; alla fine può anche sembrarci di non aver capito nulla, ma almeno nel frattempo abbiamo passato la giornata a leggere.