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Bandiera Bianca

I ragazzi e la fiducia nella scuola: l'altra faccia del caso Raimo

Antonio Gurrado

La sospensione del professore ha anche una ripercussione sugli studenti: per tre mesi perdono un buon docente e troncano un'interazione quotidiana, senza che abbiano la minima voce in capitolo

Sono insegnante e, quando non lavoro a scuola, esprimo opinioni in pubblico, fra articoli, interviste e conferenze. Poniamo che mi lasci sfuggire delle espressioni contestabili – indipendentemente dall’evenienza che risultino condivise o meno da una maggioranza dell’elettorato o dai suoi rappresentanti nelle istituzioni – e che io venga perciò sospeso dall’insegnamento per un determinato periodo. So che ci resterei male non tanto per la decurtazione dello stipendio, non tanto per il solito problema per cui ciò che si dice finisce per contare più di ciò che si fa, ma perché sarei costretto a interrompere il rapporto con gli studenti. Significa dover troncare una interazione quotidiana, e una fiducia reciproca costruita nel tempo, con l’atto concreto di dover fare lezione un ultimo giorno e spiegare a dei ragazzini che, come forse avranno sentito in tv o letto online, non potrò tornare a scuola per tre mesi, senza che loro abbiano la minima voce in capitolo.

 

Peggio, significa che io vengo punito sul piano didattico per un’azione che non ho compiuto a scuola e che non ha nulla a che vedere con spiegazioni in cui parlo, come in questi giorni, dell’Apologia di Socrate o di Federico II di Svevia. Questo credo sia l’aspetto che trovo fastidioso del provvedimento contro Christian Raimo. Non condivido le sue espressioni né nella forma né nel contenuto; tuttavia, sono certo che – esattamente come faccio io – non lasci trapelare nulla di ciò che pensa mentre è in aula, poiché sarebbe irrispettoso di sé stesso e dei propri alunni. Un dipendente statale non è proprietà dello stato, quindi fuori dall’orario scolastico ogni insegnante è libero di esprimere le opinioni che ritiene, a patto di non commettere reati (come era invece stato il caso di una insegnante che qualche tempo fa aveva fisicamente aggredito le forze dell’ordine che lavoravano per lo stesso stato che intanto la pagava). Sarà che sto diventando vecchio e sentimentale, ma la sospensione di Christian Raimo dall’insegnamento mi causa una tristezza a doppio taglio: mi spiace per lui, perché per tre mesi perde il contatto con gli studenti, che vale ben più di mezzo stipendio; mi spiace per loro, perché perdono per tre mesi un buon professore e, forse per sempre, la fiducia nella scuola.

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