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Bandiera Bianca

La memoria dei leader vecchi per frenare le brame dei leader nuovi

Antonio Gurrado

Non solo Umberto Bossi senatore a vita, ma tutti gli storici capipartito. Tutti loro dovrebbero restare in Senato per diventare una riserva della Repubblica e permettere uno sguardo più ampio sul futuro 

Certo che lo vorrei, Umberto Bossi senatore a vita. Non solo perché vorrei una camera alta di soli membri nominati e vitalizi (ma è un altro discorso); proprio perché ritengo che, dopo decenni di leadership politica, tutti gli storici capipartito meritino di poter sedere per sempre a Palazzo Madama. I Bossi come i Prodi, gli Occhetto, i Fini, e anche i La Malfa, i Bertinotti, i Ferri, i Del Turco, i Segni.

 

Da lì potrebbero praticare una utile moral suasion nei confronti dei loro delfini, o emuli più o meno riusciti. Mostrerebbero plasticamente agli elettori che, se anche l’attività politica a un certo punto finisce, continua indefinitamente il servizio alle istituzioni. E fungerebbero da riserva della Repubblica in un agone dal corto sguardo, che non riesce a pensare al domani perché fatica a ricordare lo ieri.

 

Soprattutto però, dagli alti scranni vitalizi del Senato, i leader in pensione – invecchiati, acciaccati, ridotti dal tempo a più miti consigli, taluni precipitati nell’oblio – frenerebbero brame e sparate dei leader in carica, ammonendoli con la loro presenza muta come i teschi sulle chiese purgatoriali: siete ciò che eravamo, siamo ciò che sarete.

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