Denis Diderot, 1767, ritratto da Louis-Michel van Loo (Wikimedia) 

bandiera bianca

Diderot contro l'ambientalismo superomistico e nichilista

Antonio Gurrado

Ecco come farsi aiutare dal filosofo francese per ribattere a quella climatologia che denigra l’uomo inchiodandolo alla responsabilità della rovina mentre al contempo gli ascrivendogli la miracolosa capacità di salvare il pianeta firmando protocolli

Più filosofia contro la climatologia. Parlo sempre della climatologia superomistica e nichilista, che a ogni grado in più di temperatura ci spiega che, se solo non esistessimo, non avremmo così caldo. Quella climatologia da un lato denigra l’uomo inchiodandolo alla responsabilità della rovina, dall’altro lo esalta ascrivendogli la miracolosa capacità di salvare il pianeta firmando protocolli, spegnendo qualche interruttore, tutt’al più estinguendosi.

 

Secondo tale climatologia sarebbe assurdo che qualcuno scrivesse cose del genere: “Se si bandisce dalla faccia della terra l’uomo, l’essere pensante e contemplante, lo spettacolo patetico e sublime della natura diventa una scena triste e muta. L’universo tace, il silenzio e la notte lo invadono. Tutto si trasforma in un’immensa solitudine dove i fenomeni, non osservati da nessuno, si susseguono oscuri e muti. È la presenza dell’uomo a rendere interessante l’esistente”. Eppure è scritto sulla “Encyclopédie”; vuol dire che è un dannosissimo libro negazionista, un pericoloso trattato antiscientifico che non ha avuto parte alla formazione della nostra coscienza culturale né al progresso dell’umanità? Eppure le parole sono di Denis Diderot; vuol dire che era un intelletto mediocre incapace di stare al passo di quello di chi agita manifesti e slogan ambientalisti?

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